“Nel nuovo governo c’è stato il cambiamento del ministro della Salute Grillo. Come potete immaginare, è una notizia che mi ha gettato nello sconforto, non ho dormito per 48 ore. Che peccato, ce ne faremo una ragione. Abbiamo avuto questa grave perdita e ora c’è un nuovo ministro (Roberto Speranza, ndr), una persona garbata e amica. Ma per noi non cambia assolutamente niente “. E’ il commento ironico del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, sulla mancata conferma del ministro della Salute, Giulia Grillo (M5s), con la quale si è reso protagonista di un anno di polemica politica per il commissariamento della sanità campana.

Nel suo consueto appuntamento settimanale su Lira Tv, il politico del Pd puntualizza: “Dico sempre ai miei concittadini e ai miei collaboratori che la Regione Campania deve imparare a contare sulle proprie forze, non deve aspettarsi nulla dai governi nazionali, dal governo amico o dal governo nemico. La nostra forza deve essere rappresentata dai fatti, che noi siamo capaci di produrre senza problemi. Abbiamo chiesto da mesi l’uscita dal commissariamento della sanità dopo 10 anni e siamo alla stretta finale. Il nostro obiettivo è concludere il commissariamento a ottobre-novembre. E sarà un miracolo. Questo è uno di quei miracoli che possono fare insieme solo San Gennaro, San Matteo, Padre Pio e la Madonna di Pompei. Cioè ci vuole una tale concentrazione mistica che non bastava qui in Campania un Santo solo”.

De Luca, poi, esprime i suoi auspici sul governo giallorosso, attaccando, al contempo, il M5s e Salvini: “Ci sono cose importanti da aspettarsi dal nuovo governo. L’Italia ha bisogno di serenità. Mi aspetto che si apra una stagione politica completamente diversa dopo 10 anni di tensioni, aggressioni verbali, un clima da guerra su cui c’è una responsabilità enorme del M5s. Mi riferisco al gruppo dirigente, Beppe Grillo in testa, che per 10 anni ha diffuso la sottocultura della violenza verbale. Quante stupidaggini abbiamo ascoltato. Salvini, poi, ha raccolto il testimone, mettendoci del suo e creando tensione continua coi suoi tweet. Mi auguro che la sottocultura dei social faccia i conti con la realtà. E mi riferisco a tutti quelli che pensavano che bastava stare sui social con 300 tweet all’ora per cambiare l’Italia”.

E aggiunge su Salvini: “Ai giovani ricordo quello che diceva Freud: ogni eccesso porta con sé le ragioni della propria autodistruzione. Ma pensate davvero che uno non sappia come vivere bene o divertirsi? Com’è bello andare in piazza e mandare a quel paese tutti quanti. Com’è bello vestirsi alla scapigliata. Com’è bello andare scamiciati in giro per il mondo. Come’è bello andare in giro con la camicia fuori dai pantaloni o senza la polo. Com’è bello stare a petto nudo, con tutti i peli da fuori e con i medaglioni, le catene e le catenelle. So pure io – continua – che stare in giacca e cravatta, specie in estate, è una fatica. E’ bello essere senza freni inibitori e senza vincoli. Ma la vita non va avanti così. Abbiamo quindi imparato, con le dure lezioni della realtà, che ci si può anche divertire e fare lo scapigliato, ma poi, senza la fatica, la realtà non la cambi. Allora mi auguro che nei prossimi mesi possiamo stare col cervello più libero, senza essere inondati da tweet ogni mezz’ora. Ma poi avete notato? Uno scrive un tweet e non c’è nessuno che risponde: ‘Uè, pinguino, che stai dicendo?'”.

Finale stoccata all’ex ministro dell’Interno: “Salvini è apparso interprete della domanda di sicurezza, ma la verità è che il problema è peggiorato. Il paradosso, infatti, è che nelle aree urbane con questo ministro dell’Interno la sicurezza è stata completamente dimenticata. Sapete qual è il parco pubblico meno sicuro d’Italia? Il parco di Rogoredo, a Milano, nella città di Salvini. In questo parco, quando entri, trovi gli spacciatori armati coi machete, cioè con delle sciabole piccole che si usano nelle giungle. Ti tagliano le mani. A Milano“.

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