Il nuovo ministro delle Finanze Hernan Lacunza ha fatto sapere che l’Argentina intende avviare una ristrutturazione del debito interno ed esterno a breve, medio e lungo periodo, per un totale di 101 miliardi di dollari, “senza tagli di capitale e interessi”. La decisione riguarda anche i 57,4 miliardi dollari prestati al Paese lo scorso anno dal Fondo monetario internazionale, con cui ora verrà avviato d’accordo con l’opposizione “un negoziato per dare un nuovo profilo alle scadenze del debito”. In più Buenos Aires ritarderà il pagamento di 7 miliardi di dollari di pagamenti di debito a breve termine in scadenza quest’anno e cercherà di ottenere una “volontaria” estensione per i pagamenti di 40 miliardi di dollari di debito a lungo termine che sono per gran parte in mano a investitori stranieri. Per i mercati, una ristrutturazione equivale nei fatti a un (nuovo) default visto che Buenos Aires ammette di fatto di non poter ripagare il dovuto.

Di conseguenza dopo l’annuncio il peso argentino è sprofondato del 3% e il rischio paese misurato dallo spread di rendimento dei titoli argentini rispetto ai Treasury statunitensi è schizzato a livelli che non si vedevano dal 2005. Intanto, riporta il quotidiano Ambito Financiero, i Fondi comuni di investimento hanno sospeso le operazioni per separare gli investitori individuali che non saranno colpiti dal progetto di dilazione delle scadenze da quelli istituzionali (che controllano la stragrande maggioranza dei titoli pubblici) che invece dovranno accettare un rinvio, senza tagli di capitale e interessi, di quanto loro dovuto.

Le difficoltà del Paese, alle prese con recessione e inflazione, sono iniziate quando Mauricio Macri – considerato amico del mondo degli affari – ha subito una dura sconfitta alle primarie dello scorso 11 agosto, vinte dal candidato peronista Alberto Fernandez. L’evento ha innervosito gli investitori, preoccupati che un ritorno al potere della sinistra potesse preannunciare, appunto, un’altra ristrutturazione del debito nella terza maggiore economia dell’America Latina. Fernandez infatti è stato molto critico verso l’Fmi, accusandolo di aver causato una “catastrofe sociale” in termini di disoccupazione e aumento dei prezzi fuori controllo.

L’Fmi ha dichiarato in una nota che “continuerà a stare con l’Argentina durante questi tempi difficili”. I rimborsi del debito dovrebbero iniziare nel 2021, mentre la prossima tranche di 5,4 miliardi di dollari dovrebbe essere erogata tra settembre e ottobre. Lacunza ha dichiarato che il governo ha “proposto l’avvio di un dialogo” sulle scadenze dei rimborsi. Tuttavia, ha precisato il ministro, anche se i nuovi colloqui inizieranno probabilmente prima delle elezioni generali del 27 ottobre non potranno essere completati se non dopo che il nuovo governo avrà assunto il potere il 10 dicembre.

La visita della missione tecnica del Fmi guidata da Roberto Cardarelli, iniziata sabato scorso, si è appena conclusa e “ha tenuto colloqui produttivi con il ministro delle Finanze Lacunza, il presidente della Banca centrale Guido Sandleris e i rispettivi team”, ha fatto sapere il Fondo. “Inoltre i membri del Fmi hanno anche incontrato il candidato presidenziale dell’opposizione peronista Alberto Fernández e la sua équipe economica per scambiare punti di vista sull’economia argentina”.

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