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Malta: “Migranti maltrattati sul set di Checco Zalone”. Valsecchi smentisce a FqMagazine: “Scaramucce tra service, tanto rumore per nulla”

Condizioni di lavoro difficili per 70 comparse che sarebbero state bloccate sotto il picco del sole per sei ore, senza alcuna possibilità di rifocillarsi, ma la produzione smentisce tutto. Johan Grech, commissario della Malta Film Commission, ha dichiarato all’Ansa, che il suo ente ha "aperto una indagine approfondita su quanto appreso dalle notizie di stampa"

di Andrea Conti

Tensioni sul set a Malta del nuovo film di Checco ZaloneTolo Tolo”, che uscirà nelle sale a Natale. Secondo il quotidiano locale “Times Of Malta70 migranti e 4 bambini, ingaggiati e reclutati dalla produzione nei sobborghi più multietnici dell’isola per fare da comparse-protagonisti nelle scene di mare in corso di registrazione, sono state maltrattate e hanno vissuto ore di panico. In particolare il sito riferisce che per una delle scene del film, che prevedeva le comparse su barconi in grandi vasche d’acqua, ben 70 persone sono state lasciate sotto il picco del sole per sei ore, senza nessuna possibilità di bere acqua e rifocillarsi. Nessuna pausa e nessuna possibilità di andare al bagno. Il giornalista Philip Leone Ganado ha addirittura descritto le condizioni di una donna incinta che ha avuto una crisi di panico e quindi è stata costretta a scendere per terra. La fonte è un componente della troupe che si sarebbe dimesso perché testimone di questi trattamenti.

Pronta la replica del produttore del film Pietro Valsecchi della Taodue a FqMagazine: “Con tutto quello che succede in Italia mi chiedo perché si debba prestare attenzione a un polverone su un fatto che non esiste, il caldo dà alla testa a certe persone. Ci sono tante cose che non funzionano nel nostro Paese… Comunque tengo a precisare che quello che ha riportato il sito, citando le parole di un signore, è il frutto di scaramucce laterali e totalmente estranee al nostro lavoro. In particolare riguarda i service che lavorano sul set che coinvolgono le comparse e anche chi le gestisce. E’ tutta una stupidaggine, davvero. Inoltre è vero che c’è stato uno sciopero sul set, ma non per i motivi che sono stati riportati. Assolutamente. Lo sciopero riguarda tutta la categoria del cinema e non ha riguardato solo noi. Insomma quello che vorrei è che non si facesse ‘tanto rumore per nulla‘ come diceva William Shakespeare!”.

“Le persone che lavorano con noi vengono trattate tutte allo stesso modo”, ha ribadito intanto Valsecchi sottolineando di aver “sentito Zalone: è sereno. Le uniche tensioni sono legate allo sciopero delle troupe che sta creando disagi. Speriamo si risolva entro domani”. Oggi gli studios sono apparsi pieni di mezzi con targa italiana, di un provider di trasporti specializzati in cinematografia. L’accesso al sito è “vietato ai giornalisti”, c0me è stato detto all’ingresso.

Secondo le “molteplici fonti” citate dal media maltese, tra cui le maestranze “che si sono dimesse” ma anche “altri membri della troupe che continuano a lavorare alle riprese” ancora in corso, almeno quattro membri della troupe ieri avrebbero tenuto “circa 60 migranti, la maggior parte dei quali non sapeva nuotare, su un barcone per sei ore, sotto il sole” e “senza pause per la toilette” nonché “senza possibilità di adeguato riparo dal sole”. “Una donna incinta ha avuto una crisi di panico, costringendo la troupe a sbarcarla” scrive ancora il quotidiano e riporta le parole di uno degli addetti che si sono dimessi: “Le loro vite sono state messe a rischio. Mi sono sentito terrorizzato per la loro sicurezza“. Un “alto funzionario della produzione” si sarebbe inoltre rivolto ai migranti definendoli “idioti” e “feccia”.

Johan Grech, commissario della Malta Film Commission, ha dichiarato all’Ansa, che il suo ente ha “aperto una indagine approfondita su quanto appreso dalle notizie di stampa” ed ha specificato che “siamo a conoscenza della posizione presa dalla produzione italiana, ma abbiamo deciso di chiedere l’intervento della Dir (il dipartimento maltese di controllo per le condizioni di lavoro, ndr) e della Ohsa (l’autorità per la verifica delle condizioni di salute e sicurezza, ndr) per indagare sui fatti riportati”. Grech ha specificato di “non essere in grado in questo momento di tirare conclusioni, ma stiamo usando tutti i nostri poteri per accertare la verità perché in gioco c’è l’orgoglio di Malta per quanto riguarda gli standard di qualità che offriamo nei nostri studios”.

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