“Io sono stanco di litigare. E così la pensano anche tutti gli italiani che incontro ogni giorno”: parola di Luigi Di Maio che, in un’intervista al Corriere della Sera, ha commentato così il rapporto con l’alleato di governo Matteo Salvini alla vigilia di una settimana che si preannuncia campale per la tenuta dell’esecutivo gialloverde in virtù dell’arrivo al Senato del Decreto sicurezza bis, delle mozioni sulla Tav e dei primi passi in vista della nuova Legge di Bilancio. Prove di distensione da parte del Movimento 5 Stelle? Presto per dirlo, ma di certo le dichiarazioni del capo politico grillino vanno in questo senso, tanto che è lo stesso Di Maio a sottolineare la propria intenzione di “spegnere subito tutte le polemiche che sono state alimentate sui giornali“. Resta tuttavia il tema della tenuta del governo, con il leader pentastellato che ha tracciato la strada delle cose da fare per evitare lo stallo: “Il M5S non ha paura di governare, scriviamo insieme la manovra e continuiamo a cambiare il Paese – ha detto – Bisogna abbassare le tasse con la flat tax e il taglio del cuneo fiscale, poi dobbiamo fare il salario minimo e tanti altri provvedimenti importanti che servono ai cittadini”. Poi l’auspicio per il futuro, partendo da quanto di buono fatto sinora: “Non soffermiamoci sui puntini e sulle sfumature, andiamo direttamente alla sostanza – ha detto Di Maio – L’abbiamo fatto in un anno e mezzo di governo. Adesso prendiamoci i meriti delle cose fatte e continuiamo su questa strada. Con Conte e Salvini abbiamo lavorato bene, andiamo avanti così”.

Alla domanda “lei ha paura di tornare al voto? O crede che non sia possibile in autunno?” Di Maio ha ribadito: “Questa è la solita domanda per mettere zizzania. Secondo me dobbiamo pensare solamente a fare una cosa: governare. Abbiamo dimostrato di saperlo fare. E parlano i fatti, tutti i provvedimenti sono stati condivisi, si è sempre lavorato con impegno e serenità. Continuiamo a farlo”. A seguire la difesa a oltranza di Alessandro Di Battista, ultimamente al centro di uno scontro molto acceso con Matteo Salvini: “Quando ricevo attacchi io dai governatori leghisti me li tengo. Le critiche – ha aggiunto – se fatte bene sono sempre costruttive. Nessuno comunque ha diritto di offendere Alessandro per le cose che dice. È l’unico qui in mezzo che non prende soldi pubblici, anche quando va al mare”. Immancabile la domanda sull’eventuale rimpasto di governo, magari a settembre: “Non voglio parlare di poltrone, io ho una lista di cose da realizzare – ha sottolineato il leader del Movimento – Spero che la Lega voglia continuare a condividere con noi questo percorso. Dopo di che non è mia abitudine puntare il dito sugli altri. Penso a lavorare e a fare il mio, per dare il massimo, senza stare a giudicare gli altri”.

Tornando ai temi di stretta attualità, per quanto riguarda la mozione M5s sulla Tav, Di Maio ha spiegato che l’iniziativa “impegna il Parlamento, non il governo, proprio perché solo il Parlamento può intervenire. Non vogliamo regalare 2 miliardi alla Francia per realizzare un’opera inutile che nascerebbe già vecchia”. Poi ha rassicurato sulla riforma della Giustizia, che “si farà e anche in tempi brevi”, e sui numeri per la fiducia al decreto Sicurezza bis: “Ci sono. Ormai manca poco all’approvazione”, ricordando l’emendamento voluto dal M5s secondo il quale “le navi non autorizzate a entrare nelle acque italiane verranno confiscate”. Per quanto riguarda i temi economici, il vicepremier ha assicurato di non temere il rialzo dello spread: “Ci aspettiamo che possa scendere ancora” ha detto, per poi aggiungere che l’avanzamento del differenziale tra Btp e Bund dipende soprattutto dalle “continue tensioni nel governo. Parliamone in privato di ciò su cui non siamo d’accordo – ha concluso – Ma diamo stabilità e fiducia al Paese”. Diversa la posizione di Matteo Salvini. Il leader leghista ha rilasciato un’intervista alla Stampa e ha parlato del futuro del governo: “Stimo sia Conte che Di Maio. Comunque vada a finire, sono due persone positive – ha detto il leader della Lega – A parte il clima deteriorato degli ultimi quattro mesi, rifarei la scelta che ho fatto un anno fa. Il governo potrà andare avanti a lungo o poco, ma ha fatto anche cose buone”. Quando gli è stato fatto notare che dell’accordo con il M5S ne parla al al passato, il ministro dell’Interno ha risposto: “Succede come per le coppie. A un certo punto, se si sta insieme solo per litigare, si divorzia. Vedremo”.

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