Un primo semestre importante per la Casa di Maranello, quello in cui è stata svelata anche la prima vettura del Cavallino Rampante elettrificata, la SF90 Stradale, con tecnologia plug-in hybrid. Intanto, i dati finanziari della seconda metà del semestre parlano di utili netti in crescita del 14% (+18% nell’intero semestre) ricavi netti pari a 984 milioni di euro e una crescita dell’8,6%, con un’erosione sulla vendita dei motori sulla quale ha pesato anche la diminuzione di fornitura a Maserati (che ultimamente ha registrato una forte contrazione nelle vendite).

Peraltro, nei mesi scorsi, in occasione della discussione dei risultati del primo trimestre, l’amministratore delegato di Ferrari, Louis Camilleri, aveva annunciato una cessazione dell’accordo di fornitura delle unità propulsive al Tridente, probabilmente già dal 2022. Lo stesso Camilleri, ha tenuto a precisare che nel 2020 ci saranno “margini migliori con i modelli Sp Monza e Sf 90 Stradale che sono molto redditizi”, prima di annunciare l’arrivo di due novità di prodotto a settembre.

Quanto, invece, alle consegne registrate nel secondo trimestre del 2019 da Ferrari, c’è stato un aumento dell’8,4% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con un totale di 2.671 unità vendute: un dato condizionato in positivo dalla crescita del 12,3% dei modelli a otto cilindri, prima fra tutti la Portofino. Dall’altro lato hanno pesato anche i volumi più bassi relativi a 488 GTB e 488 Spider – pure se compensati dalle performance delle 488 Pista e Pista Spider -, due modelli prossimi alla fine della produzione, e le consegne dei V12, calate anche queste ma di poco.

Guardando alle aree di mercato, la regione EMEA (Europa e Medio Oriente) ha registrato un +11,4% di consegne a fronte del +5,8% e +5,5% rispettivamente della regione Asia Pacifico e delle Americhe, questo secondo dato legato soprattutto alle performance della famiglia di modelli 488. Sono state però Cina Continentale, Hong Kong e Taiwan a crescere più di tutte le aree, con un +63,3%: Ferrari spiega il dato con la necessità di accelerare le consegne in quella regione per evitare di incappare in nuove e limitanti normative sulle emissioni.

Il secondo trimestre ha anche sancito, per il quarto anno consecutivo, la vittoria dell’ “International Engine & Powertrain of the Year” da parte del motore V8 da 720 Cv e 3,9 litri. Riconoscimento a cui Ferrari è ormai abbonata.

Articolo Precedente

Fca, conti in linea col target 2019. Nel primo semestre meno ricavi ma utili salgono del 14%

next
Articolo Successivo

Aci, Sticchi Damiani: “No a demonizzazione diesel, si alle scatole nere sulle auto”

next