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Catanzaro, colpo da 8,5 milioni in un caveau: condannati nove imputati della banda foggiana

La rapina milionaria era stata organizzata con il lasciapassare della 'ndrangheta locale. I rapinatori era stati arrestati anche grazie alle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, ex compagna di uno degli imputati condannati
Catanzaro, colpo da 8,5 milioni in un caveau: condannati nove imputati della banda foggiana
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Il 4 dicembre del 2016 avevano rubato 8,5 milioni di euro da un caveau della Sicurtrasport, nella periferia di Catanzaro, aperto con una ruspa dotata di martello pneumatico. Un colpo portato a termine da una banda di cerignolani, secondo gli inquirenti con il lasciapassare della ‘ndrangheta locale: armati di kalashnikov e tute mimetiche, coperti dai basisti locali e dal responsabile della sicurezza del caveau. Le persone ritenute responsabili, arrestate nell’aprile del 2018 grazie anche grazie alle dichiarazioni di una collaboratrice di giustizia, sono state condannate a pene che vanno dai 2 ai 14 anni.

La sentenza è stata emessa il 31 luglio dal gup del tribunale di Catanzaro, che ha condannato Giovanni Passalacqua e Dante Mannolo a 14 anni, Alessandro Morra a 12 anni, Matteo Ladogana, Carmine Fratepietro, Pasquale Pazienza e Leonardo Passalacqua a 10 anni e 8 mesi. Annamaria Cerminara, l’ex compagna di Passalacqua diventata collaboratrice di giustizia, è stata condannata a 2 anni con la sospensione condizionale della pena. Assolto Mario Mancino. Gli imputati sono stati condannati anche al risarcimento dei danni alla parte civile, ovvero alla Sicurtrasport: alla società dovranno dare, a titolo provvisionale, 9,8 milioni di euro.

Annamaria Cerminara aveva raccontato tutto quello che sapeva alla polizia, dopo che Passalacqua la aveva più volte accusata di aver rubato dei soldi della rapina milionaria. Entrata nel programma di protezione, per la donna erano però iniziate le pressioni del compagno, che era riuscito a farla ritornare sui suoi passi. Al suo ritorno a Catanzaro, però, le persone contigue alla ‘ndrangheta che avevano dato il permesso alla rapina aveva preteso di sapere cosa fosse stato rivelato alla polizia: “O ci pensi tu, o ci pensiamo noi”, avevano detto a Passalacqua. A quel punto Cerminara era tornata sotto protezione.

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