Neghereste mai l’esistenza dello stalking o del mobbing sostenendo la tesi strampalata che il disturbo da stalking e da mobbing non essendo ancora stati inseriti nel DSM-V, ossia nella Bibbia dei disturbi comportamentali, come tali non esistono? Eppure ci sono soggetti che avvinti nelle proprie dietro-ideologie o nell’esigenza di assecondare a tutti i costi chi li paga e soprattutto nell’intento di non far crollare un lucroso sistema che ruota intorno alla distruzione di un genitore e dunque nel bisogno di mantenere il minore in uno stato di permanente sofferenza, affinché tutti possano volteggiare a lungo intorno al suo dolore, che continuano a sostenerlo. E se ne vantano.

E per sostenerlo citano dunque a sproposito ed ossessivamente (questo sì che è un disturbo comportamentale…) la Pas, le sentenze della Cassazione delle quali hanno letto malamente al più uno stralcio o il titolo sul giornale, gli abusi sessuali o forme di violenza che… certamente devono esserci. Perché ciò che conta è negare. Negare sempre, anche l’evidenza lapalissiana. La cui evidenza nasce però ahimè con lo stesso genere umano, sin dalla notte dei tempi, da quando un genitore (o il suo clan familiare), per svariati motivi, ha iniziato ad ostacolare o allontanare l’altro genitore dal rapporto con il figlio generato da entrambi. Tale scelta di allontanamento tradotta in modalità, condotte, comportamenti, agìti attivi o passivi, psicologici, fisici ed anche violenti possono originarsi da disturbi della personalità del genitore appunto cosiddetto alienante (ossia teso ad alienare), da sentimenti vendicativi, da strategie (economiche, sentimentali etc.) o anche per altri motivi (sadismo, odio). Per averne conferma della narrazione di un fenomeno che è ben noto a tutti è sufficiente che si rilegga la letteratura, il cinema e finanche la musica degli ultimi secoli. Ma sul quale ci si sofferma attentamente, perlomeno in Italia, solo da 10 anni.

Un fenomeno particolarmente grave quando l’Alienazione Genitoriale si manifesta nella interruzione del rapporto bigenitoriale e familiare. Quando un genitore non riesce più a fare il genitore. Quando il minore cresce con un solo genitore o quando l’altro genitore viene dolosamente sostituito con il nuovo compagno, facendo credere al minore che lui/lei sono il vero genitore. Diritti fondamentali (2, 29, 30 Cost.; art. 8 Cedu) violati, soppressi, vilipesi. Danni irreparabili (da deprivazione genitoriale).

Ecco, i disonesti, i malevoli, gli affaristi ci raccontano che quando capita tale grave fenomeno, è sempre frutto di una violenza (sessuale, fisica, psicologica) agìta dal genitore alienato, sul minore e non solo. Certo, esiste anche questa casistica, non lo si nasconde affatto. Ma chi conosce bene tale materia può confermare come rappresenti meno del 5-10% delle Alienazioni Genitoriali. E soprattutto lo si può accertare celermente mentre la “pallottola d’argento” costituita dalla denuncia calunniosa (spesso priva di alcuna prova) per fare evaporizzare un genitore per anni, spesso per sempre, conduce malamente le Procure ed i Tribunali a congelare per anni il rapporto familiare. Nel mentre il minore cresce. In pratica al denunciato (quasi sempre l’uomo ma non solo) viene impedito di avere rapporti con il figlio per anni, in attesa che si chiarisca la sua posizione. Peccato che nel frattempo egli evapori e gli sarà poi impossibile o quasi ripristinare il rapporto (a volte anche splendido) che aveva con il figlio. Il fattore tempo è fondamentale. La clessidra è devastante.

La cosa gravissima, kafkiana dunque ulteriormente devastante, è che il denunciante calunnioso, i giudici che hanno compiuto errori abnormi, gli avvocati malevoli, i Servizi Sociali ostacolanti (il caso Bibbiano vi ricorda qualcosa?) e i Consulenti Tecnici che si sono prestati ad assecondare, rimangono quasi sempre impuniti. Vincono quasi sempre il Genitore Alienante e i suoi complici. Il mostro e le mostruosità compiute rimangono come cicatrici indelebili sulla faccia di chi ha gridato per anni, per una vita, il proprio dolore.

Decine di migliaia di vittime, genitori che si sono suicidati, figli che crescono disturbati e violenti, con problemi di dipendenze, perché non serve il DSM-V per spiegare che un figlio ha bisogno di entrambi i genitori, in armonia o perlomeno nel rispetto reciproco, per sviluppare in modo sano la propria personalità.

Ecco perché da sempre costoro li chiamo “negazionisti”, i quali fingono di non vedere un Olocausto di vittime che coinvolge sempre di più milioni di italiani, atteso che oramai una coppia “familiare” su due si separa e soltanto una minima parte lo fa in modo adeguato, rispettoso del supremo interesse del minore. Il quale non può mai prescindere dal mantenere rapporti veramente equilibrati e continuativi con entrambi. Il che può anche significare non imporre forzatamente il 50% dei tempi ma neppure imporre brutalmente l’allontanamento di un genitore, inviandolo al confine. O ancor peggio legittimando la sua sparizione all’orizzonte. Serve dunque una presa di coscienza collettiva. Serve senso di responsabilità, onestà intellettuale, competenza, celerità.

Altrimenti avremo sempre di più una società malata, composta da soggetti con personalità disturbate.

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