I piani della Nasa prevedono nel 2020 il primo volo verso la Luna della capsula Orion, trasportata dal nuovo sistema di lancio Space Launch System (SLS) o in alternativa da più economici lanciatori commerciali. Nel 2022 si realizzerà la prima missione umana in orbita lunare del programma Artemis e, infine, entro il 2024 ci sarà l’allunaggio. La costruzione dell’avamposto dovrebbe avviarsi nel 2024 con il lancio del modulo propulsivo e di potenza, a cui dovrebbero agganciarsi, a partire dall’anno successivo, i primi elementi abitativi. La base orbitante dovrebbe essere completata entro il 2028. A differenza di quanto accaduto nella prima corsa alla Luna, gli Stati Uniti non intendono stavolta essere gli unici attori dell’impresa. Canada, Europa, Giappone e Russia, già partner della Nasa nel programma International Space Station (ISS), hanno ufficializzato a marzo la collaborazione alla realizzazione del Gateway, rilasciando contestualmente il primo concept grafico della stazione orbitante in versione internazionale.

Del resto la Cina si sta rivelando un competitore da non sottovalutare. Nella notte del 3 gennaio la sonda Chang’e 4 è atterrata sulla faccia nascosta del nostro satellite e successivamente sono giunte le immagini del primo germoglio di cotone coltivato sulla Luna, nato in un contenitore appositamente sviluppato da un team di ricercatori dell’università cinese di Chongqing. Il contenitore, con pareti in alluminio spesse 16 centimetri, ha permesso di mantenere un livello di calore adeguato, oltre a consentire l’ingresso di luce, acqua e nutrienti. La coltura è avvenuta in condizioni estreme, dal momento che sulla Luna la temperatura oscilla tra un massimo di 127 °C di giorno e un minimo di -173 °C di notte. 

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