La presidente della Commissione europea è stata eletta, ma per arrivare al completo rinnovo delle principali cariche nelle istituzioni europee sono tanti gli step da affrontare. In più l’insediamento della nuova Commissione potrebbe slittare anche all’inizio del 2020 nel caso in cui il Parlamento bocciasse uno o più candidati. Entro le prossime settimane i governi dei Paesi che ancora mancano all’appello dovranno presentare i loro candidati per il posto di commissario europeo e prima di metà settembre Ursula von der Leyen dovrà assegnare i portafogli ai singoli candidati. A quel punto, tra metà settembre e metà ottobre, si terranno a Bruxelles le audizioni dei candidati commissari da parte delle competenti commissioni dell’Europarlamento.

Le candidature per la Commissione: conferme e nuovi volti – Saranno tanti i volti nuovi che approderanno a Bruxelles nel nuovo esecutivo, e molte saranno donne. Almeno così è nelle intenzioni di Ursula von der Leyen. La prima donna alla guida della Commissione europea in 61 anni di storia comunitaria ha chiarito più volte che insisterà affinché ogni cancelleria presenti doppie candidature, e una di queste sia donna. L’intenzione del medico tedesco è di riservare alle proposte al femminile i portafogli più pesanti, imprimendo una spinta innovativa alla sua compagine fin dalle fondamenta. Le capitali a caccia di portafogli pesanti sono perciò avvertite. E il messaggio è stato ben recepito da Estonia e Finlandia, in pole position per passare all’incasso di dossier economici. Tallinn ha infatti avanzato la candidatura della sua ex ministro degli Affari economici Kadri Simson, e Helsinki quello dell’ex ministro delle Finanze Jutta Urpilainen. E anche per la danese Margrethe Vestager, attuale commissario alla Concorrenza e volto di punta dei liberali di Renew Europe, si profila una posizione di altissimo rango, con una supervisione in campo economico. Buone le chance di conquistare un posto al sole anche per l’attuale responsabile del Digitale, la bulgara Mariya Gabriel, che Sofia propone per un secondo mandato. Altrettanto potrebbe avvenire per la ceca Vera Jurova, attuale responsabile del dossier Giustizia, in odore di rinnovo. E anche in Italia, è cominciata a circolare l’ipotesi Giulia Bongiorno. Vero è però che, con la decisione dei 5 Stelle di votare a favore di von der Leyen al contrario della Lega, a Bruxelles le strade dei due alleati di governo si dividono. E il rischio è che l’azione di Conte ne risulti pesantemente danneggiata nei negoziati, a partire – appunto – da quello per il commissario. I portafogli su cui punta l’Italia restano quelli della Concorrenza (depotenziata), del Commercio e dell’Industria. Con la seconda opzione data in ascesa nelle ultime ore e il jolly Agricoltura tutt’altro che tramontato. È il nome da proporre che, ora, diventa un rebus. La Lega, al momento, non devia dalla scelta ufficiosa di Giancarlo Giorgetti ma tutto dipenderà dal portafoglio assegnato all’Italia e dalle possibilità che un esponente politico leghista avrà di superare il vaglio di von der Leyen e dello stesso Europarlamento. Il rischio, per Salvini, è che alla fine la nuova Europa lo costringa a scegliere un tecnico.

Tra i possibili riconfermati dalle proprie cancellerie ci sono cinque uomini, come l’austriaco Johannes Hahn, candidato per un terzo giro, dopo quello di commissario agli Affari regionali nel Barroso II e di responsabile al Vicinato e all’allargamento nel team Juncker. E oltre all’olandese Frans Timmermans, destinato a ricoprire il ruolo di primo vicepresidente vicario di von der Leyen, vorrebbero tornare a palazzo Berlaymont anche l’irlandese Phil Hogan, ora responsabile dell’Agricoltura; e gli attuali vicepresidenti all’Euro e all’Energia, il lettone Valdis Dombrovskis e lo slovacco Maros Sefcovic. Per quest’ultimo in particolare Bratislava spera nel rinnovo dello stesso dossier, a cui però guarda con molto interesse anche Varsavia. Altri uomini sono proposti dal governo di Madrid e Budapest, con il catalano Josep Borrell nel ruolo di Alto rappresentante e l’Ungheria in pressing per piazzare il suo ministro della Giustizia Laszlo Trocsanyi, puntando al dossier Allargamento. Ma tolti i nomi di Timmermans e Borrell – già concordati dal Consiglio europeo – con von der Leyen, che in Germania da ministro del Lavoro nel 2009 si era già imposta introducendo le quote rosa nei board delle grande imprese, le donne potrebbero essere tante.

Il calendario 
17 ottobre – Decisione del Consiglio europeo sul via libera alla nuova Commissione durante il vertice Ue d’autunno.
21-23 ottobre
 – Voto del Parlamento Ue, riunito in sessione plenaria a Strasburgo, sull’insieme dalla nuova Commissione.
31 ottobre – Termina il mandato della Commissione guidata da Jean-Claude Juncker ed anche quello dell’Alto rappresentante dell’Ue Federica Mogherini.
1-4 novembre – Si insedia la nuova Commissione europea.
30 novembre – Termina il mandato del presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.
2 dicembre – Inizia il mandato, di due anni e mezzo, di Charles Michel, il nuovo presidente del Consiglio Europeo.

Articolo Precedente

Commissione Ue, Ursula von der Leyen eletta per soli 9 voti. Salvini attacca: “Gravissimo asse Renzi-5 Stelle”

next
Articolo Successivo

Spagna, la politica è ferma e l’economia procede per inerzia. Ma c’è un paradosso

next