“Se il male minore dovesse essere la fine anticipata di questa amministrazione, così sarà”. Con queste parole la sindaca di Torino Chiara Appendino ha comunicato al Consiglio comunale la decisione di revocare le deleghe al vice Guido Montanari dopo il caso del trasferimento del Salone dell’Auto a Milano. Sotto accusa le dichiarazioni del vice e già assessore all’Urbanistica che, poco prima dello strappo, aveva detto “di aver sperato nella grandine” e di “aver mandato i vigili per multare gli organizzatori”. La prima cittadina, intervenendo in Aula, ha anche chiesto l’appoggio della maggioranza e quindi una “prova di maturità” agli esponenti 5 stelle: “Non intendo accettare battute d’arresto e compromessi al ribasso e su questo vincolerò il mandato”, ha detto. “Una perdurante situazione di stallo procurerebbe alla città danni che non può permettersi. Non sono disposta in alcun modo ad andare avanti col freno a mano tirato“. La prima prova per la maggioranza sarà la prossima settimana, quando il consiglio sarà chiamato a votare su alcune delibere. Montanari si è difeso dicendo di essere un semplice “capro espiatorio”: “Sarebbe stato più semplice se la sindaca Appendino avesse espresso una volontà politica nuova nelle riunioni di maggioranza o giunta”. E ha chiuso: “Se M5s rinuncia alle due posizioni iniziali, come quelle su Tav e acqua pubblica accettando decisioni calate dall’alto è destinato a concludere la sua esperienza politica”.

La notizia del trasferimento del Salone, da Torino a Milano, è stata ufficializzata l’11 luglio in tarda serata e fin da subito erano state diffuse informazioni secondo cui la prima cittadina sarebbe stata pronta a lasciare il posto. Il giorno dopo, il 12, Appendino ha incontrato Luigi Di Maio che ha ribadito la sua fiducia nella sindaca. A quel punto Appendino si era presa due giorni per decidere. Oggi la prima cittadina ha diffuso una nota in cui ha annunciato la revoca del vice Montanari: “Una scelta non facile dal punto di vista umano, ma che ho ritenuto necessaria nell’interesse della città e della sua immagine“, si legge. La sindaca ha accusato il consigliere di non aver mai smentito le sue dichiarazioni. Lui però si era giustificato dicendo di non essere stato compreso: “Ho sempre ritenuto che il Salone dell’Auto sia una ricchezza della città”, si è poi giustificato, “e che si possa fare al Parco del Valentino con una mediazione tra esigenze degli organizzatori e fruizione del parco. Questa mia posizione è stata travisata per giustificare evidentemente scelte già assunte”.

In realtà la stessa maggioranza non è compatta sul tema. “Io non conosco le decisioni della sindaca Appendino (e, a quanto pare, non le conosce nessuno, tranne i giornalisti)”, ha scritto su Facebook il consigliere M5s Damiano Carretto, “ma per quel che mi riguarda non posso far altro che ribadire il mio pieno sostegno al vicesindaco Montanari. In questi tre anni il lavoro di Montanari ha sempre cercato di rappresentare il programma elettorale del Movimento 5 stelle (al netto di alcune scelte, però condivise, forzate dai vincoli di bilancio) e non si è mai sottratto al confronto pubblico (anche al posto di altri) e interno con il gruppo di maggioranza. Inoltre, in questi tre anni ha dato sempre modo alla partecipazione dei cittadini di trovare voce e ascolto”. Dal fronte del Carroccio hanno invece espresso soddisfazione per la presa di posizione della sindaca. “Appendino dopo tre anni di governo, che si sono dimostrati costellati da insuccessi, treni persi e occasioni mancate, ha finalmente alzato la voce con la sua maggioranza”, ha scritto su Facebook Fabrizio Ricca, capogruppo della Lega al Comune di Torino e neo assessore regionale alla Sicurezza. “Dopo il sì alla Tav del suo leader Luigi Di Maio, il sindaco di Torino sembra ora voler dire un netto sì anche ai grandi eventi e prende finalmente le distanze dalle frange del suo consiglio Comunale più radicali e vicine alle occupazioni della sinistra radicale”.

L’abbandono del Salone, dopo cinque edizioni, aveva spinto Appendino a dirsi “furiosa”. Ma i suoi strali erano andati anche a consiglieri della sua maggioranza e al vicesindaco Guido Montanari. Alla scelta degli organizzatori “hanno anche contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio Comunale – e dichiarazioni inqualificabili da parte del vicesindaco” aveva sottolineata l’esponente del M5s. Il trasferimento del Salone dell’auto da Torino ha riaperto lo scontro con l’opposizione, ma pure dentro la maggioranza, e soprattutto riscoperto i malumori per il no dell’amministrazione alle Olimpiadi invernali del 2026 che sono invece state assegnate a Milano-Cortina.

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