Lei stessa si definisce “furiosa”. Dopo aver cercato di mantenere a Torino il nuovo Salone dell’automobile, l’evento che avrebbe dovuto rilanciare una delle esposizioni più importanti del settore terminata nel 2000, Chiara Appendino si arrabbia con gli organizzatori e anche con i componenti della sua amministrazione. Nella serata di oggi Andrea Levy, presidente del “Salone dell’auto all’aperto Parco Valentino”, ha annunciato che la prossima edizione sarà a Milano. Alla notizia sono subito partiti gli attacchi di Partito democratico, centrodestra, industriali e commercianti contro Appendino e il M5s. “Sono furiosa per la decisione del comitato organizzatore del Salone dell’Auto di lasciare Torino dopo cinque anni di successo – ha dichiarato lei -. Una scelta che danneggia la nostra città a cui hanno contribuito alcune prese di posizione autolesioniste di alcuni consiglieri del Consiglio comunale e dichiarazioni inqualificabili da parte del vicesindaco”. Poi annuncia : “Senza sottrarmi alle mie responsabilità, mi riservo qualche giorno per le valutazioni politiche del caso”.

Da giorni Appendino con l’assessore al Commercio Alberto Sacco, ma anche il neo presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore Andrea Tronzano, avevano fornito garanzie per mantenere il Salone dell’Auto nella città che fu della Fiat. Ieri c’è stato l’ultimo incontro tra i rappresentanti di Città e Regione e gli organizzatori. Stasera, invece, è arrivato il comunicato firmato da Levy: “Ringraziamo la Città di Torino per aver collaborato in questi 5 anni alla creazione di un evento di grande successo, capace di accendere sulla città i riflettori internazionali”. Però, comunica, la prossima edizione sarà a Milano. Le date sono già fissate (17-21 giugno 2020) e questo fa pensare che avessero già pronto il piano B mentre gli amministratori piemontesi mediavano.

Ma cosa è successo? A cosa fa riferimento Chiara Appendino? Un gran parte del Movimento 5 Stelle in consiglio comunale, rifacendosi a istanze ambientaliste, non apprezzava la rassegna. Per quasi un mese (tra allestimento ed esposizione) il Parco del Valentino, una grande area verde del centro città, era occupato da stand e automobili. In occasione di questo motor show, poi, erano anche stati organizzati parate ed esibizioni nelle piazze auliche. Tutte queste iniziative, sostengono loro, vanno contro le politiche ambientaliste dell’amministrazione e del Movimento. A esasperare gli organizzatori, però, è stata una mozione contraria firmata M5s, un atto che avrebbe precluso l’utilizzo del Parco del Valentino alle fiere. Appendino aveva annunciato il suo voto contrario, ma non è bastato, perché La Stampa ha diffuso una dichiarazione del vicesindaco Guido Montanari: “Fosse stato per me, il Salone non ci sarebbe mai stato – è il suo pensiero riportato dal quotidiano torinese -. All’ultima edizione ho sperato che arrivasse la grandine e se lo portasse via. Sono stato io a mandare i vigili per multare gli organizzatori”, perché i palchi erano stati montati in anticipo. Montanari ora nega di aver pronunciato quelle frasi e sostiene di essere stato “travisato“: “Ho sempre ritenuto che il Salone dell’auto sia una ricchezza della città”, ha scritto su facebook, “e che si possa fare al Parco del Valentino con una mediazione tra esigenze degli organizzatori e fruizione del parco”. A precisarlo, in un post su Facebook, il vicesindaco di Torino Guido Montanari a proposito di “mie pretese dichiarazioni usate per giustificare un abbandono dei promotori da Torino”.
Montanari dice poi di comprendere “lo sconcerto e il disappunto della Sindaca” e si scusa “per aver dato pretesto a polemiche strumentali”.

A Torino tutto questo sembra come l’ennesima occasione persa dalla città e dalla sua amministrazione a tutto vantaggio di Milano, una replica di quanto avvenuto con la candidatura alle Olimpiadi invernali sempre osteggiata da una parte dei consiglieri comunali più critici. “Appendino è il miglior sindaco che i milanesi abbiano mai avuto”, dice sarcastica Silvia Fregolent, deputata Pd. Il governatore Cirio sottolinea come, dal suo arrivo, stia cercando di rimediare alle sconfitte della città: “Siamo al governo della Regione da poche settimane e ci siamo già dovuti attivare per recuperare la perdita delle Olimpiadi e adesso faremo di nuovo di tutto per rincorrere un altro grande evento come il Salone dell’Auto”. Dimenticati, per ora, il salvataggio del Salone del libro e l’assegnazione della Atp Finals per cinque anni. Contro la sindaca e l’amministrazione si schierano anche i rappresentanti dei commercianti, Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino, e Maria Luisa Coppa di Ascom, da tempo in guerra contro la riforma della Ztl. “Proprio nella giornata in cui è stata celebrata Torino Città dell’auto, con i bellissimi festeggiamenti per gli 80 anni di Mirafiori e la nuova linea di montaggio per la Fiat 500 elettrica, la notizia del trasferimento del Salone dell’Auto a Milano mi lascia sconcertato e molto amareggiato”, ha dichiarato Dario Gallina, presidente dell’Unione industriale di Torino.

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