A circa due mesi dal suo inserimento nella lista nera del Dipartimento del Commercio, Huawei incassa una seconda buona notizia ufficiale, anche se parziale, dopo l’apertura di Trump al G20 di Osaka. L’azienda cinese produttrice di smartphone e apparecchiature per le telecomunicazioni potrà tornare a fare affari con i fornitori americani, ammesso che questi ultimi ottengano opportuna licenza da parte dal governo degli Stati Uniti. Come riporta il quotidiano statunitense The Wall Street Journal, il ministro del commercio Wilbur Ross ha fatto l’annuncio durante una conferenza, aggiungendo che le aziende richiedenti dovranno dimostrare che la tecnologia che vendono a Huawei non metterà a rischio la sicurezza nazionale.

Detto questo, Huawei resta nella lista nera. Le domande dei fornitori statunitensi verranno esaminate una per una, e varrà il principio della “presunzione di rifiuto”, secondo il quale l’azienda richiedente non potrà riprendere i rapporti con Huawei finché non-avrà dimostrato la non pericolosità della tecnologia che ha intenzione di vendere. Questo, secondo gli esperti, renderà probabile il rigetto della maggior parte delle richieste.

In attesa di capire quali saranno le prove da presentare e quali le eventuali motivazioni di rigetto, in linea generale il segnale è positivo perché apre uno spiraglio dove prima c’era un cancello sbarrato. Le affermazioni di Ross chiariscono anche i dubbi che aveva sollevato la sua dichiarazione a seguito dell’apertura di Trump, quando disse che non siamo davanti a “un’amnistia generale” nei confronti di Huawei, e che “tutto ciò che accadrà è che il Dipartimento del Commercio concederà alcune licenze aggiuntive in caso di disponibilità generale”.

L’inserimento nella lista nera ha avuto un forte impatto su Huawei, dopo che importanti fornitori come Qualcomm, Intel e Google hanno interrotto i rapporti commerciali. Anche le aziende statunitensi tuttavia rischiano di pagare un prezzo alto rinunciando a un cliente importante. Ora sembrerebbe che spetterà proprio a loro cercare di riaprire i canali commerciali.

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