Non dovrà risarcire 100mila euro alla Eventi 6, la società di Rignano sull’Arno di proprietà della famiglia Renzi, in base al principio dell’insindacabilità delle opinioni espresse da consigliere regionale. Anche se sotto forma di interrogazione. È per questo che il deputato di Fratelli d’Italia ed ex consigliere regionale della Toscana, Giovanni Donzelli, non dovrà pagare 100mila euro alla famiglia Renzi per aver denunciato in consiglio regionale un presunto finanziamento elettorale da 10.400 euro proveniente dal Pd all’azienda di babbo Tiziano per la campagna in vista delle regionali di Daniele Lorenzini. Il tutto tramite il faccendiere Carlo Russo, indagato insieme a Tiziano Renzi (per il quale è stata chiesta l’archiviazione) e Luca Lotti nell’inchiesta Consip. “Hanno provato a tapparmi la bocca ma anche questa volta hanno fallito – esulta Donzelli – La famiglia Renzi ancora una volta ha provato a calpestare i diritti dei politici e dei giornalisti di esercitare il loro diritto di critica, ma non ci sono riusciti”. 

Il finanziamento alla Eventi 6 – La vicenda risale al 20 maggio 2017, in pieno scandalo Consip, quando l’allora sindaco di Rignano sull’Arno Daniele Lorenzini – ex amico personale e grande accusatore di Tiziano Renzi nell’inchiesta Consip – aveva rilasciato un’intervista al Corriere della Sera in cui aveva raccontato di una “fattura” da 10.400 euro pagata dal Pd “per materiale di propaganda a Eventi6 s.r.l”: “Quei 10mila euro furono messi a disposizione per la mia campagna elettorale – aveva detto il sindaco Lorenzini al Corriere – Del finanziamento si adoperò Tiziano Renzi, per conto del Pd di Rignano. Erano fondi destinati alle Regionali. Tutta la documentazione, bonifico bancario e delibera del CdA, sono state inviate alla Corte d’Appello”. Il tutto, sempre secondo il sindaco di Rignano, era avvenuto tramite il faccendiere Carlo Russo: “Il mandatario, per sollecitare l’invio dei documenti, venne indirizzato da Tiziano a parlare con Carlo Russo che si era fatto tramite con una società – aveva continuato Lorenzini – Si telefonarono. Né io, né lui lo abbiamo mai visto. Dopodiché abbiamo pagato una fattura di 10.400 euro per materiale di propaganda a Eventi 6, società che fa capo a Tiziano Renzi”. Lorenzini aveva anche detto al cronista di aver raccontato la vicenda ai pm di Roma che lo avevano interrogato a inizio marzo 2017: “L’ho già detto ai pm – aveva concluso – Quando torno lo spiego meglio”. La storia del presunto finanziamento è stata poi ripresa in due articoli del giorno successivo del Giornale e de La Verità secondo cui la ditta che avrebbe deliberato i 10.400 euro sarebbe stata la Securtrak srl.

L’interrogazione di Donzelli – Così il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, letti i giornali, decide di presentare un’interrogazione in consiglio in cui riporta esattamente le parole di Lorenzini al Corriere della Sera, citando anche parti dei due articoli di stampa usciti il giorno dopo. Donzelli infatti nel documento chiede “se ed eventualmente quali rapporti la Regione Toscana abbia intrattenuto con la ditta Securtrak srl e i suoi soci Security srl e Mongillo Renato” e se avesse pensato di “chiede a Fidi Toscana (la società toscana di agevolazione del credito, ndr) di rivalersi sulla Eventi 6 per il recupero delle cifre non correttamente escusse”. Per questa interrogazione, però, la Eventi 6 chiede un risarcimento danni a Donzelli pari a 100mila euro.

La decisione del giudice – Nella sentenza emessa lo scorso 4 luglio, il giudice civile di Firenze Liliana Anselmo respinge la richiesta di risarcimento dei danni secondo il principio dell’insindacabilità delle opinioni e dei voti espressi dai consiglieri regionali: “L’immunità ha una portata ampia – si legge nel dispositivo – e in essa vanno certamente comprese le interrogazioni”. Infatti, scrive il giudice, Donzelli avrebbe solo riportato “esattamente” il contenuto dell’intervista di Lorenzini nella sua interrogazione e avrebbe posto la questione in formula dubitativa con i termini “se” ed “eventualmente”. Per questo, senza entrare nel merito delle dichiarazioni di Lorenzini, il giudice ha respinto la richiesta dei danni della Eventi 6 nei confronti di Donzelli. Non è la prima volta che il deputato di Fratelli d’Italia vince una causa in Tribunale con esponenti del Giglio Magico: nel 2017 era stato assolto dopo essere stato querelato dal sindaco di Firenze Dario Nardella accusato di aver steso un “tappeto rosso” ad un’impresa coinvolta in Mafia Capitale e poi dal padre dell’ex ministro Luca Lotti sulla vicenda dei debiti della famiglia Renzi. Oggi l’ennesima vittoria contro i genitori dell’ex premier.

Twitter: @salvini_giacomo

Articolo Precedente

Operazione Condor, 24 ergastoli a ex capi di Stato e 007 per 23 italiani uccisi

next
Articolo Successivo

Nicola Assisi, catturato il maggior broker italiano di cocaina dopo anni di latitanza tra case di lusso e chili di banconote

next