Cambiamenti all’orizzonte nel governo. L’ipotesi rimpasto non è più un tabù neanche per Matteo Salvini. Dopo il risultato delle Europee, il leader della Lega è andato ripetendo che userà “questi voti per cambiare le regole dell’Ue, non per chiedere posti in più a Roma”, come ha ribadito anche oggi a Pomeriggio Cinque. Nel salotto di Barbara D’Urso però ha anche aggiunto che “se ci fosse necessità di una squadra più compatta e di una revisione del contratto io sono disponibile”. Per essere in trasmissione sulla rete ammiraglia di Mediaset, Salvini ha peraltro dato forfait al Consiglio europeo, riunito nella formazione con i ministri dell’Interno degli Stati membri per parlare di migranti e rimpatri, tema caro all’Italia.

Il Carroccio, forte del 34% del 26 maggio scorso, preme per cambiare gli equilibri interni all’esecutivo e ha messo nel mirino alcuni ministri “non graditi”: Danilo Toninelli ai Trasporti, Elisabetta Trenta alla Difesa e Sergio Costa all’Ambiente. Anche i Cinquestelle però potrebbero non disdegnare l’ipotesi di un rimpasto, magari per mettere in mano alla Lega alcuni dicasteri scomodi. I due vicepremier incontreranno il presidente del Consiglio Giuseppe Conte la prossima settimana, probabilmente già lunedì.

Salvini ha confermato che il governo va avanti e che con Di Maio “penso che l’accordo sia saldo“. “Ci siamo seduti al tavolo, lo faremo anche con Conte per definire le priorità“, ha aggiunto. Quindi “sbloccare i cantieri, l’autonomia e il taglio delle tasse”. Intanto però un po’ di pressione sul premier Conte già l’ha messa, parlando del ministero delle Politiche europee. Al momento la carica è in mano ad interim allo stesso presidente del Consiglio, dopo il passaggio di Paolo Savona alla Consob. Avere un ministro “sarebbe importante“, ha detto il leader della Lega, “non mi interessa di che colore, ma mentre sta nascendo la nuova Europa, la nuova Commissione, il nuovo Parlamento e la nuova Bce, avere scoperte le Politiche comunitarie non mi sembra utile“. “Quindi – ha aggiunto Salvini – chiederò al Presidente del Consiglio che venga nominato il prima possibile“.

Le vere decisioni a livello europeo vengono prese in realtà dal Consiglio europeo, quindi dai Capi di Stato o di governo, e dall’Ecofin, composto dai ministri dell’Economia e delle Finanze di tutti gli Stati membri. La pressione di Salvini serve più che altro a mettere sul piatto la questione ministeri. Il vicepremier non ha mai nascosto le divergenze tra il suo Viminale e la Difesa, dicastero in mano alla Trenta. I due si sono scontrati più volte, a partire dal tema immigrazione, fino all’attacco diretto del sottosegretario Angelo Tofalo, fedelissimo di Salvini: “Ho cercato per un anno di stare accanto al ministro Trenta e di spiegarle che il nemico non è Salvini – ha scritto il 30 maggio scorso su Facebook – Purtroppo, consigliata male, ha deciso di fare valutazioni diverse”. Il Carroccio non ha mai nascosto l’insofferenza anche per Toninelli che al Mit gestisce molti dossier chiave sulle Grandi opere, a partire da quello sul Tav. Così come il ministro all’Ambiente Costa non sarebbe gradito, specialmente per la sua contrarietà alle trivelle.

Dall’altra parte si muovono anche i Cinquestelle. Oggi, venerdì, Luigi Di Maio è stato per qualche ora a Palazzo Chigi ma, a quanto affermano fonti pentastellate, non avrebbe incontrato il premier Conte che è rientrato nella notte dal Vietnam ed era al lavoro nei suoi uffici della presidenza del Consiglio. Mentre Trenta e Costa dovrebbero essere difesi, una possibile strategia del M5s sarebbe quella di lasciare alla Lega la guida di ministeri importanti ma complessi come le Infrastrutture, perché sia Salvini a metterci la faccia. In questo senso, pare in bilico anche Giulia Grillo alla Salute. Proprio oggi la ministra ha minacciato le dimissioni, definendo “inaccettabile” la clausola di salvaguardia inserita nel Patto per la salute che subordina l’aumento del Fondo sanitario nel 2020 e 2021 per 3,5 miliardi totali al “conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e variazioni del quadro macroeconomico”.

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