L’ex direttore de Il Piccolo di Trieste non estorse 40mila euro alla Rizzani de Eccher, sotto forma di sponsorizzazione di una strenna natalizia, promettendo che il giornale non avrebbe scritto nulla su un’inchiesta per supposte collusioni mafiose che riguardava l’impresa di costruzioni friulana. A stabilirlo è stato il giudice Laura Barresi che ha assolto “perché il fatto non sussiste” l’ex direttore responsabile Paolo Possamai, attuale direttore dei quotidiani veneti del Gruppo Gedi (Mattino di Padova, Nuova Venezia e Tribuna di Treviso). Si è chiusa così una vicenda giudiziaria per fatti risalenti al 2014, quando gli imprenditori furono oggetto di una interdittiva antimafia. Fu in quella occasione che venne registrata una conversazione tra Claudio De Eccher (il cui telefono era sotto controllo) che era a bordo della propria barca e Possamai. Oltre a parlare dell’inchiesta, fecero riferimento al finanziamento di un libro (A tavola con Italo Svevo) che fu regalato ai lettori de Il Piccolo una settimana prima di Natale di quello stesso anno.

E’ stato lo stesso pubblico ministero Massimo De Bortoli a chiedere l’assoluzione del giornalista, dichiarando che il fascicolo di indagine era stato contraddetto dai documenti prodotti durante l’udienza preliminare. Si sono associati, ovviamente, i difensori Fabio Pinelli e Piero Fornasaro. Pinelli, che aveva presentato istanza di rito abbreviato, ha sostenuto l’insussistenza delle accuse, affermando che il giornalista non aveva fatto altro che il proprio mestiere, nell’interesse di una corretta informazione. La notizia che la De Eccher fosse sotto tiro per un’inchiesta di mafia era già stata pubblicata dal quotidiano. Per questo durante il colloquio Possamai aveva proposto all’imprenditore di realizzare un forum in redazione, per dar conto della posizione della De Eccher. “Siamo soddisfatti per la sentenza, che rende onore alla correttezza umana e professionale del direttore Possamai – ha commentato il legale – abbiamo dimostrato che i rapporti commerciali tra la De Eccher e la società editrice de ‘Il Piccolo’ furono totalmente indipendenti da ciò che il giornale scrisse sul sospetto di infiltrazioni mafiose ed erano stat avviati molto tempo prima. De Eccher non ebbe certo il comportamento di chi era vittima di una estorsione, ma contrattò fino all’ultima clausola e all’ultima copia la pubblicazione e la diffusione del libro con le ricette di cucina”. Lo scopo pubblicitario riguardava un’operazione immobiliare in località Portopiccolo, sul litorale triestino.

Articolo Precedente

Magistrati indagati, Unicost chiede le dimissioni di Palamara e del consigliere Spina: “Noi parte civile al processo”

next
Articolo Successivo

Rixi: “Dopo il 34% ho capito che sarebbe andata male”. Cozzi: “Se non dobbiamo indagare sulla p.a., facciano una legge”

next