“Siamo in centomila” dicono gli organizzatori della manifestazione dei pensionati, indetta da Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil, che oggi si sono ritrovati in piazza San Giovanni, a Roma. Migliaia di persone che, usando lo slogan “Dateci retta”, chiedono più tutele e meno tasse per 16 milioni di pensionati e protestano contro il taglio della rivalutazione degli assegni. “Abbiamo riconquistato, dopo tanti anni, piazza San Giovanni, l’abbiamo riempita. Ne siamo orgogliosi”, ha dichiarato il segretario generale della Fnp-Cisl, Gigi Bonfanti. “Questa è una rappresentanza reale, non è un tweet”. Tra le richieste dei pensionati anche una legge sulla non autosufficienza, la sanità pubblica gratuita, l’avvio delle commissioni sui lavori usuranti e la separazione della previdenza dall’assistenza.

I pensionati scesi in piazza, spiega Bonfanti, si attendono delle risposte immediate da parte del governo e sono pronti a lanciare nuove iniziative se venissero ignorati, fino all’idea di uno “sciopero dei nonni”: “Senza risposte da parte del governo, metteremo in campo una serie di iniziative, dallo sciopero dei nonni allo sciopero generale – ha continuato il sindacalista – Lo sciopero dei nonni potrebbe precedere lo sciopero generale. L’idea è che per un giorno i nonni non aiutino le famiglie, per fare in modo che così il Paese capisca il valore economico e sociale degli anziani, di supplenza rispetto ai servizi che mancano”. Per Bonfanti, “da troppo tempo il governo si dimentica dei pensionati. La rivalutazione delle pensioni è l’unico modo per recuperare il potere d’acquisto. Da questa piazza lanciamo uno stimolo alle tre confederazioni perché, se non ci sono risposte, insieme ai lavoratori possiamo arrivare ad uno sciopero generale. Lavoratori e pensionati insieme, giovani e anziani”. 

Alla manifestazione hanno partecipato anche i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Proprio Barbagallo, dal palco della manifestazione, si scaglia contro il governo giallo-verde sul blocco delle rivalutazioni degli assegni, definendo l’esecutivo un “Robin Hood geneticamente modificato”: “Basta togliere ai poveri per dare ai poveri, questo è un comportamento da Robin Hood geneticamente modificato. Non va bene. Sedici milioni di pensionati vorrebbero che il governo desse loro retta, ma se non ci risponde li manderemo alle liste d’attesa dell’otorino”.

Il segretario della Uil, rispetto alle dichiarazioni di Bonfanti, rimane più cauto sulla possibilità di uno sciopero generale: “Non minaccio mai prima del tempo, spero che il governo si renda conto che i pensionati sono una risorsa. Abbiamo presentato una piattaforma e non abbiamo avuto risposta. Non abbiamo bisogno di minacciare scioperi generali. Quando sono necessari vanno fatti”. Poi ha continuato: “I pensionati non vogliono essere un peso per il Paese, ma vogliono dare una mano a risolvere i problemi del Paese. Noi non ci fermeremo“.

Anche Ivan Pedretti, segretario generale di Spi-Cgil, ha parlato ai microfoni di Rainews 24 affermando che “bisogna non solo non bloccare la rivalutazione, ma ripristinare un sistema fiscale più adeguato che non penalizzi le pensioni più anziane, che sono tante. Però tante pensioni sono sotto i mille euro. La pressione fiscale sugli assegni pensionistici è più del doppio rispetto alla media europea e in più abbiamo meno detrazioni fiscali rispetto al lavoro dipendente. Bisogna fare giustizia in questo Paese e dare la possibilità a milioni di persone che hanno lavorato per 35, 40 o 42 anni di avere una pensione dignitosa”.

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