Cinema

Film in uscita, da Una vita violenta ad Aladin e poi Il Traditore e Takara: cosa ci è piaciuto e cosa decisamente no

di Anna Maria Pasetti e Davide Turrini

TAKARA – LA NOTTE CHE HO NUOTATO - 2/4

di Damien Manivel e Kohei Hiragashi. Con Tagara, Keiki, Takashi e Chisato Kogawa. Francia/Giappone 2017. Durata: 79’. Voto 4/5

Giappone, nella periferia di una città sotto una neve battente. Il piccolo Takara assiste sonnacchioso durante la notte alla partenza del padre per andare al lavoro. Quando si sveglia invece che entrare a scuola, devia verso il mercato del pesce dove lavora papà per consegnargli un disegnino che ha appena composto. Ma il bimbo si perde e comincia il suo estemporaneo viaggio. Delicata favola sugli affetti e sulla meraviglia dello sguardo, totalmente priva di dialoghi ma con rumori d’ambiente e il suono di una pianola che evoca saltuariamente l’Inno alla gioia, Takara è una “toccatina” cinematografica che fa respirare il candore immacolato di un’atmosfera innevata e percepire la purezza del piccolo protagonista di fronte agli ostacoli del mondo. Il tono del discorso è sempre baldanzoso, felice, giocoso, disteso sulle ali di una poeticità universale mista tra cartoon Ghibli e sguardo autoriale all’europea. L’ellissi narrativa comunque arriva puntuale e pregnante, mentre il bambino protagonista (con attorno la sua vera famiglia, compreso il cane) nel suo trotterellare tra cumuli e pupazzi di neve, strade e supermercati, sembra davvero colto nel suo quotidiano autentico incedere. Film piccolo piccolo ma dal cuore pulsante e immenso.

TAKARA – LA NOTTE CHE HO NUOTATO - 2/4
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