Matteo Salvini e Luigi Di Maio tornano a giurarsi fedeltà “per altri quattro anni“, come dice il leader della Lega intervistato dal Corriere della Sera e promettono che dopo le Europee la situazione tornerà alla normalità.  Ma intanto non risparmiano nuove frecciate uno nei confronti dell’altro. “Io credo che parte della Lega abbia nostalgia dei governi con Berlusconi“, dice Di Maio parlando a Radio Anch’io. Mentre Salvini nella stessa intervista si spiega così il clima interno all’esecutivo: “Il governo è partito nel marzo 2018 con la Lega al 17 e i Cinquestelle al 30% e molto probabilmente con il voto di domenica vedremo che le proporzioni si sono invertite“. Intanto tra le pieghe delle tensioni interne alla maggioranza M5s-Lega prova a insinuarsi  Pier Luigi Bersani che in un colloquio con La Stampa,  auspica un nuovo scenario, spronando la sinistra a “mettersi d’accordo” perché “l’avversario è questa destra e per creare l’alternativa bisogna discutere anche con il M5s”.

Il governo non cade. Va avanti. Va avanti per quattro anni e lo farà perché ha lavorato bene”, giura invece Salvini dalle pagine del Corriere della Sera, insistendo nel dire che “il voto di domenica è quello per cambiare l’Europa e con il governo c’entra niente”. Un dubbio che invece rimane all’altro vicepremier, Di Maio: “La Lega chiede un voto per l’Europa o per la crisi di governo?”, si domanda a Radio Anch’io. “Io sono per il governo – continua – noi siamo stati leali e pensiamo alla fase 2 per rilanciare il ceto medio”.

Nella sua intervista il ministro dell’Interno assicura però di aver “lavorato bene con Di Maio” e di essere “convinto che da lunedì torneremo a lavorare come abbiamo sempre fatto. E come i provvedimenti approvati dimostrano”. Anzi, Salvini si dipinge come colui che ha scelto di non rispondere alle provocazioni: “Oggi (martedì, ndr) ho letto, prima di smettere perché poteva bastare, otto dichiarazioni dei 5 Stelle contro di me. Non ho risposto a nessuna”. Mentre il fronte aperto resta il decreto sicurezza bis: “Mi aspetto arrivi in Consiglio dei ministri – dice Salvini – dato che ho fatto le correzioni richieste. Ho fatto notte per arrivare a un testo che venisse incontro a quanto mi veniva segnalato. Ma se il Consiglio non ci fosse, vorrei quanto meno sapere il perché“.

“Il governo è un autobus con due volanti e due piloti, finché la strada è dritta va avanti, alla prima curva finisce fuori strada”, commenta Bersani su La Stampa. Ma secondo il leader di Liberi e Uguali “faranno di tutto per restare: Di Maio è attaccato alla sedia come una cozza, Salvini ha paura di tornare con Berlusconi“. Se il governo cadesse, però, Bersani non è favorevole a elezioni immediate: “Rischiano di ingessare ancora di più la situazione, prima di votare serve un chiarimento nei 5 stelle, si deve mettere in moto almeno un’ipotesi di alternativa“. A suo parere il M5s è  “come Zelig, assomigliano a quelli a cui stanno vicino”. Quindi, dice Bersani, “noi dobbiamo fargli prendere la piega giusta“. La sua riflessione è sulla situazione del centrosinistra: “Qua la destra arriva”, alle Europee “spero che la lista vada bene e il giorno dopo siamo pronti a rilanciare: c’è un campo vasto, ben oltre il Pd, sopra il 30%, che va organizzato”, sostiene Bersani. Per questo è necessario “tirare una riga” sul passato e pensare al futuro: “Per me serve un nuovo soggetto di sinistra che superi le attuali sigle, compreso il Pd” e che si mettere al tavolo a discutere “anche con il M5s“.

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