È stata chiesta l’archiviazione per Fredy Pacini, il gommista di Monte San Savino, in provincia di Arezzo, che il 28 novembre 2018 sparò alcuni colpi di fucile uccidendo Mircea Vitalie, 29enne moldavo, che si era introdotto nella sua rivendita di gomme e biciclette probabilmente per rubare. Il pm Andrea Claudiani ha chiesto l’archiviazione per legittima difesa putativa, in base al vecchio impianto della legge e non sulla base della riforma approvata dal governo Lega-M5s

“Non riprenderei in mano una pistola anzi, dico di non dormire in ditta e di non avere un’arma”, ha dichiarato il gommista dopo la richiesta del pubblico ministero. “Da quando è successo quel tentato furto – ha spiegato – non dormo più nel capannone, perché non ce la potrei fare con tutto quello che è accaduto. Adesso insieme a mia moglie siamo tornati a vivere nella nostra casa. E naturalmente quella sera è impressa per sempre nei miei occhi”. Le indagini coordinate dalla Procura “sono state fondamentali per arrivare a questo punto. Ciò che ho fatto, l’ho fatto per difendere la mia persona, che quella sera vedevo in pericolo di vita”. “Sono soddisfatto – ha detto Pacini tramite il suo legale all’AdnKronos– perché per me è un passo fondamentale per provare a uscire a testa alta da questa vicenda”.

A carico di Pacini, la procura di Arezzo aveva ipotizzato l’eccesso colposo di legittima difesa. Ora in base alle indagini, secondo il pubblico ministero, il gommista quando sparò riteneva di essere in una situazione di effettivo pericolo. Vitalie si era introdotto attorno alle 4 del mattino nella rivendita dove Pacini dormiva da mesi per aver subito svariati tentativi di furto, sei dei quali denunciati. Furono cinque i colpi esplosi per scoraggiare le intenzioni del moldavo.

L’inchiesta, condotta dai carabinieri, è stata subito finalizzata a chiarire dinamica e circostanze. La perizia balistica, firmata da Paride Minervini (ufficiale della Folgore e super esperto) ha ricostruito i fatti concludendo che il ladro fu colpito quando era scivolato a terra ed aveva alzato la gamba, da lì la strana deviazione del colpo. In seguito all’esito di tale perizia, Fredy Pacini ha chiesto di poter essere interrogato dal pm, cosa avvenuta il 9 maggio scorso. “Adesso mi sento più libero”, aveva commentato Pacini uscendo dal Palazzo di Giustizia, “da tempo volevo parlare col pm. Ora mi sento meglio”. Tra le diverse telefonate di vicinanza arrivate al gommista ci fu quella di Matteo Salvini per comunicargli che le “istituzioni ti sono vicine”.

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