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Mara Maionchi: “Il tradimento di mio marito? Cosa vuole che sia un corno”

Mara Maionchi non ha rancori nei confronti del marito che ha ammesso di averla tradita: a dirlo è lei stessa in un'intervista al Corriere della Sera nella quale è tornata anche a parlare del tumore che l'ha colpita

di F. Q.

Il tradimento di mio marito? Non è stato grave”. Mara Maionchi non ha rancori nei confronti del marito che ha ammesso di averla tradita: a dirlo è lei stessa in un’intervista al Corriere della Sera nella quale è tornata anche a parlare del tumore che l’ha colpita. “Le corna che mi ha fatto mio marito? Non ricordo più quando ne ho parlato, ma volevo dare una mano a chi si è trovata o si trova nella stessa situazione. Cosa vuole che sia un corno? E un po’ è stata anche colpa mia, guardavo le bambine più di lui. Certo, se fosse stata una storia lunga magari due anni sarebbe stato diverso, ma così per fortuna non è stato. Ho perdonato naturalmente e non mi sono sognata di vendicarmi”, ha raccontato la produttrice discografica. Lei e suo marito stanno insieme da ormai 47 anni e sono riusciti a trovare un loro equilibrio.

“Ci vuole pazienza, ragionevolezza e consapevolezza che il matrimonio è davvero. Il momento più difficile è quando se ne vanno i figli, quando si resta soli, ma ce l’abbiamo fatta; io lavoro tutto il giorno, lui è un nullafacente felice”, ha aggiunto prima di tornare a parlare del cancro al seno che l’ha colpita. “Ne ho parlato apposta, su suggerimento se non proprio preghiera del professor Veronesi. Voleva che mostrassi come si può convivere con la malattia, continuando a lavorare e mostrandosi fiduciosi. L’ho raccontato, insomma, per fare coraggio ad altre ammalate”

Il suo lavoro di discografica l’ha portata a scoprire diversi talenti, ma fra tutti uno le è rimasto particolarmente impresso: “Tiziano Ferro l’ho conosciuto all’Accademia di Sanremo, ho sentito che aveva una voce particolare, direi speciale, mentre i suoi testi, pur non essendo male, avevano bisogno di essere migliorati. Abbiano lavorato per tre anni, lui è stato bravissimo, per provare con noi canzoni e parole faceva regolarmente su e giù da Latina dove abitava; capiva, era intelligente, ha aggiustato la linea dei suoi testi. Nell’insieme Ferro rappresentava un’assoluta novità. Oggi è uno dei più grandi italiani. Peccato che non capiti più di vederci così spesso. Ma sapere che hai contribuito ad aiutare un artista a trovare la sua strada è una bella sensazione”

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