Il Reddito di Cittadinanza è pronto a prendere il via e, contestualmente, la pagina Facebook “Inps per la famiglia”, che dovrebbe dare risposte proprio su questa misura e sulla verifica degli importi, è stata letteralmente invasa da migliaia di commenti degli utenti che, pur di non fare le code all’Inps o di non stare le ore in attesa di risposta da parte di qualche call center, hanno riversato lì i loro dubbi e le loro domande sul provvedimento. Non solo, a loro si sono aggiunte le battute di chi è invece contrario alla misura del governo Lega-M5s. Così il social media manager della pagina si è trovato a dover affrontare una mole enorme di commenti, neanche tutti pertinenti, e alla fine ha perso la pazienza e ha iniziato a “blastare” gli utenti, rispondendo in modo sarcastico alle loro richieste. Inutile dirlo, in poche ore è diventato un personaggio in Rete.

A chi gli domandava come ottenere il pin per accedere al reddito, ad esempio, ha risposto: “Basta chiederlo a Poste o a Inps. Oppure è troppo impegnata a farsi i selfie con le orecchie da coniglio?“. Ma non è finita qui. “Perché invece di ripetere le stesse cose non va sul sito Inps e richiede il PIN che ci vogliono 5 minuti!!??“, ha risposto ad un altro. E ancora: “Mio figlio ha 26 anni, mai lavorato (legalmente), dove può recarsi per avere più delucidazioni sul reddito di cittadinanza?“, ha chiesto qualcuno nei commenti. “Innanzitutto le consigliamo di non scrivere che suo figlio ha lavorato in nero sui social della Pubblica amministrazione che dovrebbe fare controlli su questi aspetti, perché sono costretto a inviare segnalazione ai nostri ispettori per controllo di suo figlio. Se suo figlio sta lavorando in nero e fa domanda per il reddito di cittadinanza rischia fino a 6 anni di prigione”, ha replicato il social media manager. Oppure: “Inps per la Famiglia in questo modo saremo costretti tutti a lavorare in nero o come facciamo altrimenti? Oppure si potrebbe andare a rubare. Cosa ci consigliate di fare?“. La risposta ufficiale: “Chiedete ai rappresentanti politici che fanno le leggi non a Inps che è chiamata ad applicarle“.

E mentre aumentavano i commenti il social media manager diventava un “eroe” in Rete: “Sto disdicendo Netflix perché tutto questo è splendido“; “Ragazzi, occhio, che Zoro vi dedica una puntata di Propaganda Live“. E ancora “Popcorn per tutti”, “Questa pagina è più avvincente del Codice da Vinci”.

Per arginare la situazione è apparso poi sulla pagina un messaggio ufficiale: Si ricorda a tutti gli utenti – scrive Inps per la famiglia – che su questa pagina NON è possibile pubblicare commenti che contengano valutazioni politiche né favorevoli né contrarie. Qui si chiedono informazioni nei limiti della nostra social media policy e netiquette che voi accettate implicitamente scrivendo qui. NON dovete interloquire nei commenti di altri utenti ma aprire thread personali con le vostre richieste. Inoltre – precisa l’Inps – insultare chi vi risponde qui, sempre con gentilezza, può essere diffamazione nei confronti di una Pubblica amministrazione, quindi cortesemente fate un po’ di attenzione e se volete segnalarci problemi o chiedere informazioni aiutateci a svolgere il nostro lavoro correttamente”. Solo l’anticamera, in realtà, del vero e proprio messaggio di scuse apparso giovedì sulla pagina facebook: “Cogliamo l’occasione per scusarci con quanti possano essersi sentiti toccati od offesi da alcune nostre risposte”.

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