Il miglior professore del mondo? E’ Peter Tabichi, insegnante di Matematica e Fisica alla Keriko Secondary School vicino Nakuru, nel cuore della Rift Valley, in Kenya. Il Global Teacher Prize 2019, il concorso mondiale da cinque indetto dalla Varkey Foundation, lo ha premiato scegliendolo tra 40mila candidati. Tabichi e non altri perché il trentaseienne Membro della Fraternità Francescana ha davvero fatto l’impossibile occupandosi di ragazzi nella gran parte dei casi poveri, orfani e con vite segnate da tossicodipendenza, gravidanze precoci, abbandono scolastico e tentativi di suicidio.

Tabichi insegna Matematica e Fisica, ufficialmente. Praticamente educa al confronto, al dialogo. Organizza attività sportive. Esercita a fare della Natura un alleato piuttosto che un nemico. Per questo motivo i suoi studenti piantano alberi, “simbolo della vita e dell’amicizia” e imparano a ottenere corrente elettrica dai vegetali. Per questo motivo insegna che per coltivare si possono utilizzare tecniche che permettono di risparmiare acqua.

“Per essere un grande insegnante devi fare di più e parlare di meno”, è il suo motto. Sembra facile, ma non lo è. Per mille motivi, a partire da una circostanza, inequivocabile. L’Africa è una terra difficile, nella quale il superfluo non esiste.

Ma il miglior professore del mondo è anche un uomo sorprendente. Perché sembra trasformare le difficoltà in risorse. Sostiene infatti la necessità di “essere creativo, abbracciare la tecnologia e i moderni metodi di insegnamento”. Come se fosse facile riuscirci dove ha deciso di insegnare! Lavora con un solo computer per otto classi, scarsa connettività internet e, come se non bastasse, frequenti interruzioni di corrente. Tabichi insegna in una scuola senza mezzi. Insomma non è forse quello che fa a scuola ad aver permesso a Tabichi di essere il miglior professore del mondo. La differenza l’ha fatto tutto il resto: la sua dedizione totale nei confronti di ragazzi che hanno una sola chance di farcela. La scuola, appunto.

“I veri supereroi sono quegli insegnanti che cambiano il mondo”, ha detto l’attore Hugh Jackman consegnandogli il premio nel corso della cerimonia svoltasi a Dubai. Nell’età degli influencer di Instagram e You Tube, dei calciatori milionari e dei politici sempre più social, può sembrare un paradosso. Ma non lo è. Gli insegnanti non potranno cambiare la storia facendo delle rivoluzioni, ma sono in grado di allenare le menti dei loro alunni alla riflessione. Poco non è.

Articolo Precedente

‘Nella vita possiamo tutti essere artisti’. Gli studenti del Marconi di Verona danno l’esempio

next
Articolo Successivo

Milano, la circolare della preside scatena la protesta dei genitori: “Sul registro entrate e uscite per il bagno”

next