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Lele Mora: “Quel giorno a casa mia quando un mio amico disse a Casalino ‘Grillo cerca un ufficio stampa, perché non ti proponi?’ e così andò”. La replica: “Tutto inventato”

Dal libro che ha scritto e che secondo lui "farà arrabbiare molte persone", al prossimo impegno su RaiDue nel programma Realiti Sciò, Mora si racconta. Il portavoce di Palazzo Chigi: "Anche Emilio Fede dice di avermi consigliato di avvicinarmi al Movimento e nemmeno questo è vero"

di Giulio Pasqui

Subito dopo essere uscito dal carcere ho vissuto una grande depressione. Ne sono uscito grazie a uno psichiatra. Oggi sto bene: quando hai una famiglia unita che ti sta vicino e che ti dà la forza di ricominciare, è tutto più bello. Certo, una volta viaggiavo in aereo privato mentre oggi mi accontento della seconda classe di un treno. Ma sto bene lo stesso”. Lele Mora ha pagato i suoi conti con la giustizia e, ormai da tempo, cerca di tornare in pista. Ora Rai 2 lo ha assoldato per la nuova edizione di Realiti Scio’, il programma sarcastico condotto da Enrico Lucci: “Quest’estate sarò impegnato con la nuova edizione: racconterò me stesso e tutto quello che gira attorno a me. Il direttore Carlo Freccero è ben contento che io ci sia. E poi non chiedo soldi…”, racconta a FQMagazine.

Ma è vero che adesso lavora in Albania?
“Sì. Faccio il direttore generale di Top Channel, un canale albanese. Il mio compito è quello di ideare programmi e cercare volti nuovi. Insomma, faccio quello che facevo una volta in Italia. Sto creando il palinsesto per la prossima stagione televisiva, che partirà a settembre, ma non porterò dei talenti italiani come hanno fatto ad Agon Channel. Nei programmi che faccio io si parla solo albanese”.

Pure Wanna Marchi e la figlia si sono trasferite in Albania: perché andate tutti là?
“Wanna Marchi è una signora intelligente, brava e ha fatto la sua carriera. Si vede che l’Albania in questo momento è un Paese in fermento, che funziona e che sta crescendo”.

Ma perché scappate dall’Italia?
“Io non sono scappato, torno sempre a casa mia. L’Italia è il Paese più bello al mondo. Gli italiani, invece, sono meno… diciamo attenti”.

Ma non le piacerebbe ricoprire lo stesso ruolo in Italia?
“Lavorare in Albania, in Italia o in Bulgaria per me non fa differenza: l’importante è lavorare. Se lei guarda bene, negli ultimi anni nella nostra televisione non sono stati creati nuovi programmi, né sono stati lanciati nuovi talenti. Ci sono sempre le solite cose, già fatte e rifatte da me anni or sono. Ogni dodici mesi io sfornavo 3-4 artisti: belli, che davano gossip, davano tendenza e davano un sacco di cose. Da quando manco io, non si vede più niente di tutto ciò. E’ morta l’editoria, è morto il gossip, è morto tutto”.

Sono cambiati i tempi?
“No, non c’è più chi è bravo a farlo”.

Due anni fa era tornato in auge anche come agente. Seguiva Simona Ventura, Claudio Lippi, Irene Pivetti. Oggi?
“Ho preferito non avere più artisti. O meglio: mi sono tenuto solo alcuni, quelli che stimo e che ci sono sempre stati. Voglio fare solo quello che mi diverte, anche perché io non lavoro per i soldi…”.

Chi sono questi artisti?
“Loro lo sanno”.

Perché non vuole dirlo?
“Non mi va di rendere pubblico il mio cast. Sono io che non voglio dirlo, non è che me lo chiedono loro”.

Il suo nome viene ancora associato a Fabrizio Corona. Quando lo vede in televisione, come l’ultima volta all’Isola dei Famosi, cosa pensa?
“Ma io non guardo la televisione, purtroppo io la televisione la faccio”.

Quando lo vede sui giornali, allora? Cosa pensa?
“Mah. Fabrizio è un genio. E’ come Eva, che è nata dalla costola di Adamo; lui è nato da una mia costola. Che poi usi la sua genialità in un modo sbagliato non è colpa di nessuno, solo sua. Fabrizio anticipa tutti i tempi, ma contemporaneamente li brucia. E’ un ragazzo meraviglioso, ma è malato di soldi. Quando la magistratura e le persone che gli stanno attorno capiranno che lui soffre di questa malattia, sarà sempre troppo tardi”.

Accetterebbe un confronto con lui?
“Lui ha fatto la sua vita, io ho fatto la mia. Fabrizio ha scelto di andare a guadagnare tanti soldi e di andare contro i miei principi. Io piuttosto che andare contro i miei valori, preferisco restare fuori dal giro”.

Quindi non lo rincontrerebbe?
“Di certo non ne vado in cerca, non ne ho bisogno… Ma sa, io do una seconda possibilità a tutti, anche alle persone che mi hanno fatto del male. Il Vangelo dice di porre l’altra guancia. Non serve arrabbiarsi. Voglio essere un uomo sereno e felice: prima con me stesso, poi con gli altri”.

E’ vero che sarà uno degli ospiti della nuova trasmissione di Barbara d’Urso?
“No e neanche ci andrei. Non me ne frega niente di andare in televisione dalla d’Urso in questo momento. Non sono mai stato da lei. Anzi, solo una volta in tutta la mia vita”.

Non le piace?
“Non è la tipologia di trasmissione adatta a me. Anche senza esserci fisicamente, poi, ci sono stato dalla d’Urso: nella puntata con Corona ha parlato solo che di me”.

Ha scritto un libro, ma ha detto che lo pubblicherà solo dopo la sua morte. Cosa teme?
“Ho cambiato idea: lo pubblicherò prima. Ho scritto questo libro, devo dire, molto bello. Una mia amica scrittrice ha letto qualche capitolo e ha detto che un libro così non era mai stato scritto. Sarà impostato in ordine alfabetico, ci sarà un capitolo per ogni nome: ho messo il bello e il brutto, il buono e il cattivo. Qualcuno si arrabbierà, ma peggio per lui: io ho scritto solo la verità”.

Parlerà anche di Berlusconi?
“Ma certo, ci sarà un capitolo a lui dedicato. Finora non ho mai parlato di Berlusconi perché c’erano dei processi in corso. Non volevo altri problemi… già ne ho avuti molti senza colpa”.

Come? Senza colpa?
“Io dico di sì. Non ho mai fatto favoreggiamento alla prostituzione di nessuno. Vada a leggere la legge Merlin: dice che per essere una prostituta, la ragazza deve avere più clienti. Se però il cliente è uno solo, non può essere definita una prostituta: è un’amante”.

Anche se le amanti della stessa persona sono tante?
“Il cuore è grande e può amare tante persone, non una sola”.

Vabbè. La sua agenzia, quando ce l’aveva, ha ospitato tanti personaggi. Anche Rocco Casalino.
“E’ un ragazzo molto intelligente. Un giorno a casa mia c’era colui che mi ha scoperto, un signore che ha fatto il manager di tanti artisti. Disse a Rocco: “Guarda, Beppe Grillo sta cercando un ufficio stampa, perché non vai a proporti?”. E così è stato. Quando Rocco lavorava con me si è sempre comportato bene: ha fatto le sue ospitate in discoteca, le sue presenze in televisione. Era un po’ pettegolo, come tutti quelli che lavorano in questo ambiente. Mi ricorderò per sempre quel litigio che ha avuto con Costantino…”.

Ce la racconta?
“Aveva litigato con Costantino Vitagliano, l’ex tronista. Il motivo non lo ricordo. Ricordo solo che Rocco lo aveva denunciato, accusandolo di avergli tirato un pugno. Ma io ero presente: non c’era stato nessun pugno, al massimo una piccola spinta. Costantino, pur avendo ragione, dovette pagargli pure i danni. Diciamo che era stato un modo come un altro per creare una notizia. Come hanno fatto alcune donne con la faccenda delle molestie nel mondo dello spettacolo…”.

Non ci crede?
“Quante donne, dopo anni, hanno raccontato di essere state vittime di molestie? Tante. Erano quasi tutte finite nel dimenticatoio. Dando una notizia così attuale, si sono accollate queste violenze per far parlare di sé. Mi creda: non ho mai visto donne violentate da artisti o da agenti. Quando una la vuole dare, la dà perché ha piacere di darla. Di tradimenti, invece, ne ho visti tantissimi. Quando lavoravo con Costantino, che è sempre stato un bell’uomo, ho visto la fila di donne da lui. Ma sa quante corna ho visto passare da quelle scale di viale Monza numero nove? Se tirassi fuori tutti i nomi, non basterebbero dieci libri. Ci sono passate anche molte donne famose, sposate bene, certo: alcuni nomi, non certo tutti, li troverà nel mio libro”.

Oggi, se ripensa ai reati per cui è stato condannato, che effetto le fa? Si sente cambiato?
“No, no: sono sempre quello di prima, mi creda. Sono stato condannato e ho pagato. Se i magistrati credevano che io avessi sbagliato, è giusto che io abbia pagato e l’ho fatto in silenzio. Non ho mai criticato il loro lavoro, quello dei magistrati. Anche perché quando sono stato inquisito in Vallettopoli, non sono stato neanche rinviato a giudizio. Nel 2007 ho ricevuto un avviso di garanzia su Vallettopoli: il gup intelligente mi ha prosciolto, mentre Woodcock mi avrebbe rinchiuso buttando via la chiave. La giustizia sa essere attenta e corretta”.

Non si faccia il santino: qualcosa ha sbagliato. O no?
“Ho sempre detto di aver sbagliato, non sono mica un santo. Non ho l’aureola in testa”.

Dopo il carcere è complicato il reinserimento nella società?
“Quel posto, chiamato carcere, è un posto sbagliatissimo. La gente non va messa in carcere. Lì non si migliora, si può solo che peggiorare. Perché il carcere non ti dà la possibilità di reinserirti nella società, affatto. Ti dà solo la possibilità di essere indicato con il dito come un galeotto. Questo non è giusto”.

Perché?
“Tutti parlano di reinserimento e di aiuti morali, ma così non è. Non ci sono. Le carceri italiani straboccano e sono piene di persone innocenti”.

Ma è vero che vuole diventare prete laico?
“E’ come se lo fossi già. Non faccio sesso dal 2009. Sto bene con me stesso: l’atto sessuale non ti cambia la vita…”.

D’accordo. Essere prete laico, però, non comporta solo non fare sesso.
“Beh, cattolico lo sono sempre stato. Un po’ birichino pure. Però ho sempre cercato di non fare del male agli altri. Non ho mai sparlato della gente, non ho mai tolto il saluto alle persone. Sa, da ragazzino ho frequentato il seminario dei Gesuiti. Lì ho studiato un sacco di cose, compresi il Vangelo e la Bibbia. Tutt’ora, tutte le sere prima di andare a letto, leggo dieci pagine della Bibbia. Mi riconcilia con il mondo”.

*Riceviamo e pubblichiamo
“La dichiarazione di Lele Mora secondo cui sarebbe stato lui a consigliarmi di avvicinarmi al Movimento 5 Stelle, riportata in un’intervista a firma di Giulio Pasqui sul Fatto Quotidiano, è totalmente inventata”. È quanto afferma in una nota il Portavoce del Presidente del Consiglio Rocco Casalino. “Ho fatto parte dell’agenzia di Lele Mora dal 2001 per pochi anni fino al 2003. Da allora non lo frequento più né ho più avuto alcun contatto con lui: al Movimento, invece, mi sono avvicinato nel 2012. Anche Emilio Fede dice di avermi consigliato di avvicinarmi al Movimento e nemmeno questo è vero”, conclude Casalino.

Lele Mora: “Quel giorno a casa mia quando un mio amico disse a Casalino ‘Grillo cerca un ufficio stampa, perché non ti proponi?’ e così andò”. La replica: “Tutto inventato”
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