“E’ stata un’ora e un quarto di terrore. L’autista lo conoscevamo da un paio di mesi. Durante il viaggio di andata era tranquillo. Al ritorno inveve, appena siamo saliti, ha messo le catene alle porte per non farci uscire e puntandomi un coltello contro mi ha obbligato a legare i bambini, a spargere benzina e a coprire i finestrini del bus”. Così Magarini Tiziana, collaboratrice scolastica dell’Istituto Comprensivo Vailati di Crema, che si trovava a bordo del bus sequestrato e dato alle fiamme da Ousseynou Sy.

Articolo Precedente

Napoli, caos per lo sciopero sulla Circumvesuviana. L’azienda: “Dai sindacati richieste troppo onerose”

next