Dalla Sicilia al Trentino passando per Lazio, Sardegna, Emilia fino al Veneto. Oggi migliaia di studenti (secondo il Fronte della Gioventù comunista 100mila) sono scesi in piazza contro la nuova maturità e la regionalizzazione della scuola. Le manifestazioni promosse dalla Fgc e dalla Rete degli studenti medi hanno bloccato le lezioni a Ragusa, a Roma, a Torino, a Caltanisetta, a Padova, a Verona, a Trapani, Siracusa, Milano, Venezia, Firenze, Napoli, Cagliari e decine di altri capoluoghi dove gli studenti hanno organizzato cortei e manifestazioni per dire no al nuovo esame di Stato. Dietro lo striscione “Contro tagli e nuova maturità bocciamo il Governo” a Roma sono scesi in piazza in migliaia. Molti gli studenti con in mano le fotografie del ministro dell’Interno Matteo Salvini e del lavoro Luigi Di Maio con la scritta “bocciato”.

Nel mirino delle proteste un esame di maturità stravolto e l’accusa di tagli all’istruzione, e ancora il piano “Scuole Sicure” di Salvini che aumenterebbe la repressione. “Gli studenti di tutta Italia bocciano il Governo – spiega Alessandro Fiorucci, responsabile scuola della Fgc – . Il cambiamento annunciato da Salvini e di Maio è un’enorme presa in giro. Sulla scuola la manovra gialloverde prevede quattro miliardi di tagli e la nuova maturità è la stessa voluta dal Partito Democratico. Dietro agli slogan di Governo c’è la realtà concreta fatta di continui crolli nelle scuole e milioni di studenti in pericolo, ma Salvini preferisce aumentare la repressione con le telecamere e i controlli di polizia. Cercano di dividerci con la propaganda razzista per coprire le loro responsabilità politiche, ma sappiamo bene che non c’è alcuna inversione di rotta rispetto al passato. Oggi le piazze piene di studenti parlano chiaro: questo governo è nemico dei giovani”.

Una posizione condivisa da Gian Marco Manfreda coordinatore nazionale della Rete degli studenti medi: “Abbiamo fatto un percorso sui territori per tutto il mese di febbraio, oggi è stato il culmine della nostra protesta. La manifestazione si è concentrata nel contestare alcuni aspetti della modifica dell’esame di maturità a partire dalla sostituzione della tesina con una specie di gioco delle tre buste. Siamo contro la volontà di improvvisare una interdisciplinarietà nella seconda prova con due materie. Al netto delle criticità evidenti ci sono due problemi insormontabili. Il primo: non c’è stato alcun confronto con gli studenti e i ragazzi di quinta superiore si sono trovati un esame imposto in corsa, senza la possibilità di prepararsi prima. In seconda battuta tutti i Governi continuano ad intervenire sulla parte finale del percorso senza che nessuno si assuma la responsabilità di modificare la struttura dello stesso. L’interdisciplinarietà non si fa con un esame finale con due materie che si sovrappongono in maniera confusa. Vanno costruiti percorsi di didattica alternativa. Basta intervenire solo sulla maturità, cambiamo la scuola”. Tra le rivendicazione della Rete degli studenti medi anche la regionalizzazione del sistema d’istruzione: “Siamo contro un sistema che decentra e crea disuguaglianze andando a crescere le differenze tra regioni più ricche e più povere”.

 

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