La procura di Firenze ha notificato a 15 professori universitari di Medicina altrettante richieste di interdizione dall’esercizio della professione, perché avrebbero alterato i concorsi per le cattedre. Secondo gli inquirenti, che hanno portato avanti le indagini per oltre un anno con intercettazioni telefoniche e microspie, negli uffici dei professori si decideva chi meritasse il posto e chi no, scegliendo chi tenere nella Facoltà fiorentina e chi spostare. Come riferisce La Nazione, per la procura chiedere l’interdizione era “l’unico modo per fermare il malaffare”, denunciato con un esposto dal professore associato Oreste Gallo. Destinatari degli avvisi di garanzia sono professori di Careggi, struttura nell’omonimo quartiere, e membri esterni delle commissioni che hanno bocciato o premiato i candidati.

Gallo, direttore dal 2010 di ‘Otorinolaringoiatria 1’ e dal 2016 anche di ‘Otorinolaringoiatria 2’, si è rivolto al Tar dopo che, con l’istituzione nel 2017 di Audiologia, era sparito il posto di ordinario a Otorinolaringoiatria. Nel bando di selezione per un incarico quinquennale di dirigente medico, infatti, non compariva il posto previsto dalla programmazione nel biennio 2016/2018. Questo settore scientifico, si legge nel ricorso, “risultava privo di professori ordinari dal 2009, allorché il professor De Campora aveva rassegnato le dimissioni”. C’erano solo due professori associati e due ricercatori (di cui uno solo a tempo indeterminato). Prima del ricorso, il professor Gallo si è rivolto ripetutamente anche al rettore per denunciare l’illegittimità.

La denuncia, che poi ha impegnato la guardia di finanza, si è trasformata in un’indagine più ampia, che potrebbe non concludersi con le richieste di interdizione, che dovranno essere valutate dal giudice. In questi giorni è finito nel mirino dell’Osservatorio indipendente concorsi universitari un altro concorso, più recente, per un bando da associato, in cui il candidato che ha vinto, secondo l’Osservatorio, non era candidabile perché aveva già prestato servizio in Università. Anche per questo caso c’è un esposto in Procura.

Tra gli indagati, anche se non è destinatario della richiesta di interdizione, figura anche il direttore generale di Careggi, Rocco Damone. Le accuse finora sono di abuso d’ufficio e di turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, ovvero l’art. 353 bis del codice penale, che punisce “chiunque con violenza o minaccia, o con doni, promesse, collusioni o altri mezzi fraudolenti, turba il procedimento amministrativo diretto a stabilire il contenuto del bando o di altro atto equipollente, al fine di condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione”, con pene che vanno da sei mesi a cinque anni.

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