A poche ore dal voto della Camera dei Comuni, anche in Germania spunta l’idea di dire addio all’Europa. A proporre la Dexit – ‘Deutschland exit‘, sulla falsariga della Brexit – è Alternative fuer Deutschland, che ha formalizzato l’ipotesi con un ‘manifesto’ firmato dai suoi 500 delegati durante il congresso nei giorni scorsi a Riesa, in Sassonia. La stessa regione in cui negli ultimi mesi, con le proteste di Chemnitz, xenofobi e neonazi sono scesi in piazza contro gli immigrati. Per Afd la Dexit – che in Germania non era mai stata proposta da nessun partito – è l’estrema ratio nel caso in cui le istanze sovraniste non vengano soddisfatte. In testa al ‘manifesto’ – che non prevede una “data di scadenza” per la sua messa in atto – c’è l’abolizione del Parlamento europeo e l’uscita della Germania dalla zonaeuro e dalla politica comunitaria in materia di sicurezza e esteri. Il documento è stato firmato durante i lavori dell’assemblea in cui si voleva discutere la strategia per le europee di maggio del partito di Alexander Gauland e Alice Weidel, che vogliono “salvare l’Europa” con la Lega italiana, il Fpoe austriaco e il Fidesz di Viktor Orban. L’uscita dall’Europa non è centrale nel dibattito, ma lo è – come in altri partiti sovranisti ed euroscettici – il bisogno di riformare la Ue, che Afd vorrebbe meno vincolante per gli stati membri.

Sull’ipotesi Dexit è intervenuto il leader del Ppe, Manfred Weber, a margine della giornata di clausura della Cdu a Potsdam insieme alla presidente dei cristiano-democratici, Annegret Kramp-Karrenbauer. Alternative fuer Deutschland, ha detto Weber, ha rivelato “la sua vera identità, è il partito della brexit tedesca” ed è a tutti chiaro “quanto caos e instabilità” siano provocati dall’uscita di Londra dall’Ue, soprattutto alla Gran Bretagna. Quindi ha proseguito: “Chi non vuole questo caos e questa instabilità non deve votarli”. Una raccomandazione che è una speranza per la Cdu, perché l’estrema destra di Afd, come l’estrema sinistra di Linke, sono molto forti nei Laender orientali. Alternative fuer Deutschland in Brandeburgo è al 20%, mentre l’Spd è al 19%. In Sassonia gli ultimi sondaggi danno l’Afd al 25%, mentre in Turingia, l’Afd e il partito di sinistra Linke sono entrambi al 22%. La nuova segretaria Annegret Kramp-Karrenbauer, in occasione del convegno, ha specificato che in vista per le prossime elezioni in autunno nei tre Laender non ci sarà nessuna coalizione con Afd o Linke. La nuova leader dei cristiano-democratici intende quindi rimanere nel solco della tradizione del suo partito che ha sempre teso ad escludere le ali estreme: “Abbiamo preso una decisione all’unanimità al congresso anche con i delegati delle associazioni interessate dalle elezioni e quella decisione vale”.

La scissione dei “patrioti” – Si chiama “Aufbruch der deutschen Patrioten”, il “Risveglio dei patrioti”, e nel suo simbolo c’è un fiordaliso, utilizzato anche dai nazisti austriaci negli anni 30 quando gli altri simboli nazionalsocialisti erano fuorilegge. È la nuova formazione di André Poggenburg, ex leader del partito della Sassonia-Anhalt, nato dalla scissione da Afd lo scorso fine settimana. Ma questa non è la prima che attraversa Alternativa: è già accaduto in passato a Bernd Lucke, nel 2015, e a Frauke Petry, nel 2017, di dover mollare, provando a creare soggetti nuovi, poi mai davvero decollati. Lucke, l’economista antieuro che ha fondato il partito negli anni della crisi dell’eurozona, e Petry, che lo ha spinto più a destra scalzandolo qualche anno dopo, sono entrambi andati via per timore di una deriva estremista.

Poggenburg la pensa diversamente: vuole “salvare i valori” del patriottismo tedesco, ha affermato, che non sarebbero più sufficientemente rappresentati dal partito a guida Gauland-Weidel, e per farlo riscopre addirittura un logo nazista degli anni ’30 come il fiordaliso blu. Peggenburg, 43 anni, figura fra le più controverse (come il fondamentalista della Turingia Bjoern Hoecke, era stato sospeso da ogni incarico per due anni pochi giorni dopo l’avvio del 2019, per l’augurio rilasciato sui social, in cui si rivolgeva alla “Volksgemeinschaft”, la parola che indicava il popolo durante il nazionalsocialismo). Il suo addio sarà un motivo di sollievo fra i vertici di Afd (che hanno liquidato la sua nuova iniziativa come “priva di significato”): figure come l’ex leader della Sassonia-Anhalt comportano per il partito l’incubo di esser messi sotto osservazione dai servizi interni. Poggenburg intanto ritiene realistico un ingresso dei Landtag di Sassonia, Sassonia-Anhalt, Turingia e Brandeburgo, Laender ai quali si rivolge la sua creatura politica. E ha spiegato di vedersi come concorrente di Afd, “ma non come antagonista politico”.

(foto d’archivio delle manifestazioni anti migranti a Chemnitz)

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