Una farsa“. Con queste parole il leader di opposizione Kamal Hossain ha definito le elezioni concluse in Bangladesh e che – dalle prime rilevazioni di Canale 24 – vedono la conferma di Sheikh Hasina come capo del governo nazionale con 29 seggi ottenuti (dei 300 del Parlamento) contro nessuno dell’opposizione. Il leader del partito Gano Forum, denunciando diversi casi di brogli, ha affermato che qualsiasi risultato sarà respinto e chiede “alla Commissione elettorale di dichiarare il voto nullo e di indire nuove elezioni con un governo apartitico”. Secondo quando denuncia Hossain, subito dopo il voto di stamani circa 100 candidati dell’opposizione si sono ritirati dalla corsa, senza fornire ulteriori dettagli sulla motivazione.

Una tornata elettorale da alta tensione che ha causato la morte di almeno 16 persone per scontri tra i manifestanti – del partito di sinistra al governo Lega Awami e dell’opposizione – e la polizia locale in prossimità dei seggi elettorali. Una situazione critica come confermato dalla Associated Press, secondo cui sono oltre 50 le segnalazioni di intimidazioni e minacce ai seggi, denunciate da sostenitori dell’opposizione, giunte all’agenzia. Circa 600mila addetti alla sicurezza sono stati impiegati per prevenire gli scontri.

Due uomini sono stati uccisi dalla polizia, uno dopo aver tentato di rubare una scheda elettorale e un altro quando gli attivisti dell’opposizione hanno tentato di assaltare un seggio. La campagna elettorale è stata segnata da violenze e accuse di repressione contro migliaia di esponenti dell’opposizione. Le autorità avevano anche ordinato la chiusura di Internet ad alta velocità fino a dopo il voto per impedire la diffusione di “voci” che si temeva potessero scatenare disordini.

Il voto per le elezioni parlamentari è visto come un referendum sulle tendenze considerate sempre più autoritarie della premier alla caccia del quarto mandato. La principale rivale di Hasina è la ex premier Khaleda Zia, capo del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), in carcere condannata a 17 anni per corruzione. Un’altro pretendente è l’ex ministro degli Esteri, l’82enne Kamal Hossain, leader di Gano Forum, un piccolo partito formatosi da una fazione separatista della Lega Awami.

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