Il manager bergamasca citato nell’inchiesta sui fondi della Lega è coinvolgo in un’indagine per truffa e autoriciclaggio. Tra le 14 persone coinvolte nell’inchiesta della procura di Milano sulla Sofia sgr, sottoposta a commissariamento dalla Banca d’Italia e oggi in liquidazione, c’è anche Angelo Lazzari, il cui nome è comparso sullo sfondo delle varie indagini sui 49 milioni della Lega. L’inchiesta sulla Sofia sgr ha portato gli uomini del Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza ad arrestare tre dirigenti della società.

Lazzari, nato a Sarnico (in provincia Bergamo) nel 1968, è al centro pure di una rogatoria del pm di Genova sui soldi del Carroccio. Dagli atti dell’inchiesta del pm Bruna Albertini, sarebbe socio-amministratore di Arc Advisory Company, società di consulenza finanziaria costituita nel 2007 in Lussemburgo e che, risulta dagli accertamenti, controlla indirettamente Tre International Sa. Le obbligazioni di quest’ultima erano state oggetto di un investimento, poi dismesso, da parte di Sofia sgr.
In carcere è finito Marco Sturlese, brooker finanziario spezzino e già arrestato in un’altra indagine, mentre Daniele Bevacqua e Luigi Capitani sono stati posti ai domiciliari.

Secondo gli inquirenti la truffa finanziaria ha danneggiato 117 clienti che hanno perso un totale di circa 6,5 milioni di euro. Le misure cautelari sono state firmate dal gip di Milano Alessandra Del Corvo, su richiesta del pm Bruna Albertini. Dall’indagine, tra l’altro, come spiegato in una nota firmata dal procuratore di Milano Francesco Greco, sono emerse una serie di “rilevanti truffe finanziarie” messe in atto dai dirigenti di Sofia Sgr spa ai danni di centinaia di risparmiatori “indotti ad effettuare investimenti privi di convenienza economica e finanziaria”.

Secondo gli investigatori delle Fiamme gialle  117 clienti, non informati della “rischiosità dell’investimento finanziario, si sono trovati nei propri portafogli gestiti da Sofia, obbligazioni Tre International Sa, quotate presso la Borsa di Vienna per un complessivo di 4,4 milioni di euro”. Obbligazioni, però, “di fatto non scambiate e prive di una quotazione”.

Tre International, a sua volta, avrebbe investito quei soldi dei clienti “sottoscrivendo le quote del Fondo immobiliare chiuso riservato speculativo, denominato Sofia Reloaded Real Estate, per un valore superiore a quello reale, a causa della sopravvalutazione degli immobili conferiti nel fondo”. E Sofia sgr, poi, “nell’ambito di un accordo illecito più ampio con gestori di Fondi lussemburghesi” ha “dismesso – spiega la Procura – per intero l’investimento effettuato nelle obbligazioni Tre International Sa” con la “loro cessione ai fondi Lunezia Fund e Nesso Fund” con sede a Gibilterra. La stessa Sofia sgr, infine, avrebbe acquistato, stando alle indagini, “i fondi della Sicav lussemburghese denominata Fenice”, titoli che “venivano collocati nei portafogli dei clienti che ne ricevevano un danno pari all’importo investito”, ossia 6,5 milioni di euro, data la “illiquidità di quei titoli e la messa in liquidazione di Fenice”.

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