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Baby, ecco perché non guardare la serie Netflix sulle squillo minorenni

Il tutto condito da una colonna sonora ad effetto: Emis Killa per le scene in periferia; un remix di Girls Just Wanna Have Fun quando le protagoniste vanno a ballare nel club privato e Torna a Casa dei Manneskin onnipresente

di Ilaria Mauri

C’è Chiara, la classica “brava ragazza” (che poi tanto brava non è) a cui va stretta la routine familiare. C’è Ludovica, detta “secchiello” per via del taglio di capelli alla Uma Thurman in Pulp fiction, che al contrario è la “cattiva ragazza“. E poi c’è Damiano, il ragazzo di periferia sbarcato ai Parioli con il suo carico di marijuana. Sono loro i protagonisti di Baby, la serie Netflix più attesa e chiacchierata del momento, che si ispira a fatti di cronaca realmente accaduti nel 2013. La storia infatti è quella delle baby squillo dei Parioli, uno dei quartieri più esclusivi di Roma, ovvero di due 16enni alla ricerca di un po’ di brivido iniziano ad avere rapporti a pagamento con uomini molto più grandi di loro. “Se hai sedici anni e vivi nel quartiere più bello di Roma, sei fortunato. Il nostro è il migliore dei mondi possibili. Per quanto sia tutto così perfetto per sopravvivere abbiamo bisogno di una vita segreta“, dice un’intrigante voce fuori campo all’inizio del primo episodio.

 

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Le migliori amiche condividono tutto. #BabyNetflix

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Bastano questi primi secondi per capire subito quello che è il mood di tutta la serie che per catturare l’attenzione dei giovani (ma non giovanissimi essendo VM14) cerca imitare Gossip Girl, il teen drama per eccellenza, finendo però per assomigliare di più alla trama di un romanzo di Moccia. Vi dice niente infatti, la storia della brava ragazza di buona famiglia (Chiara) e del ragazzo di periferia bello e scontroso (Damiano) che si innamorano? Ecco, appunto. Per non parlare poi del fatto che, pur essendo al 3 anno di liceo, le due protagoniste si conoscono solo quando si incontrano casualmente in un bagno della scuola e diventano amiche perché Ludovica falsifica alla perfezione le firme dei genitori di Chiara. La bionda e la mora con quel caschetto che allude a tutti i precedenti cinematografici sul tema (vedi Jiulia Roberts quando fa la prostituta in Pretty Woman o appunto la Truman in Pulp Fiction) il diavolo e l’acqua santa che finisce inevitabilmente per cedere alle tentazioni. E iniziano così una doppia vita insieme. 

Per non farsi mancare proprio niente dal campionario degli stereotipi, ci sono anche la scuola con gli armadietti e le divise, le feste dai mille eccessi, motorini e macchinine regalate a caso da padri con i sensi di colpa, telefoni sempre pronti ad immortalare tutto, madri sull’orlo di una crisi di nervi, bische di poker dove le due ragazze siedono maliziosamente in braccio al 40enne di turno e continuate voi l’elenco. Il tutto condito da una colonna sonora ad effetto: Emis Killa in sottofondo quando Damiano torna nel suo quartiere di periferia dai vecchi amici (tutti piercing e tatuaggi, of course); un remix di Girls Just Wanna Have Fun quando Chiara e Ludovica vanno a ballare nel club privato; Torna a Casa dei Manneskin onnipresente; la Dark Polo Gang e Da sola in the night come sottofondo delle stories su Instagram di Chiara e Damiano.

 

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*Ship incondizionata* . . . . *Unconditional ship* #BabyNetflix

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Peccato però che nel 2013, quando sono accaduti i fatti narrati ancora non esistessero. Ma questa è solo l’ennesima forzatura di una serie che, minuto dopo minuto, si appiattisce incatenando un luogo comune dopo l’altro, dalla scoperta della sessualità alla rincorsa della trasgressione per fuggire la noia (vedi quando Ludovica prende di nascosto l’auto della madre e cerca di impressionare Chiara sfrecciando per le strade di Roma senza avere la patente). La vera beffa però, è che quello che uno si aspetta di vedere, gli incontri tra le baby squillo e i loro uomini, ha continue allusioni ma non arriva mai. E così per tutto: i fili del racconto si avvicinano, si intrecciano ma non si toccano mai. Rimane forte però nello spettatore, il senso di fascinazione che le giovani protagoniste provano per il mondo degli eccessi e dei soldi facili della “Roma bene”.

Eppure le aspettative erano alte per questa che è una produzione tutta italiana: alla regia troviamo infatti Andrea De Sica (nipote del grande Vittorio) e Anna Negri, mentre la sceneggiatura è stata scritta dal collettivo Grams con Isabella Aguilar (quella del film The Place) e Giacomo Durzi. Nel cast poi ci sono, tra gli altri Isabella Ferrari, Claudia Pandolfi, Riccardo Mandolini e Paolo Calabresi. Non ci resta che attendere cosa ci riserverà la seconda stagione, su cui la produzione è già al lavoro.

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