Attualità

Sandro Mayer è morto: aveva 77 anni. Addio al re del gossip italiano dal celebre parrucchino

di Davide Turrini

Il re del gossip italiano non c’è più. Sandro Mayer è morto a Roma. Aveva 78 anni. Con quarant’anni di carriera tra settimanali della Rizzoli e poi recentemente nella galassia cartacea di Urbano Cairo, Mayer in Italia fin dai primi anni ottanta ha stracciato ogni possibile concorrente. Disinvolto, spregiudicato, talvolta perfino un po’ prepotente, ha sempre portato a termine la missione del proprio datore di lavoro: stampare e vendere sempre più copie del proprio giornale. Contestato per diverse interviste pubblicate, preso in giro per il celebre parrucchino rossastro apparso all’improvviso sulla sua testa (“mi sono concesso un trattamento, non è una parrucca”) Mayer amava ricordare il consiglio spiccio di Enzo Biagi, suo direttore, per lavorare in questo settore dell’editoria: “Devi mettere il registratore sotto il letto dei vip”. Originario di Piacenza segue il padre, un chimico, e la famiglia prima a Napoli fino a quindici anni poi a Roma. Tra i vicoli partenopei ha sempre sostenuto di aver capito tutto quello che dice e vuole sentirsi dire la “gente”, mentre passando sotto le finestre del quotidiano Il Mattino di aver avuto l’illuminazione per la carriera giornalistica. Anche se i genitori lo preferivano chimico, o addirittura impiegato alla Fiat, Mayer va a Londra studia l’inglese e già nei primi anni settanta si fa notare tra le testate dell’editore Rizzoli.

È lui ad ottenere il certificato di nascita originale all’anagrafe inglese di Patrick, il figlio illegittimo di Claudia Cardinale, poi adottato dall’allora compagno dell’attrice Franco Cristaldi. Biagi fiutò lo scoop, e Mayer portò le prove. Ma il giovane trentenne era già in rampa di lancio: un’intervista a Gheddafi, quando il colonnello aveva appena “rivoluzionato” la Libia, poi Indira Gandhi e Ronald Reagan avvicinato su un aereo in volo senza uffici stampa e appuntamenti di mezzo. Tra i fondamentali del nostro anche tutto il coté alla corte dei reali italiani (“per l’esclusiva del matrimonio di Maria Beatrice di Savoia pagammo dieci milioni”) poi lo scoop clamoroso alla fine degli anni Ottanta sull’allora marito di Stephanie di Monaco, Daniel Ducruet, sorpreso da un fotografo in atteggiamento hot al mare con una ballerina. Prima direttore del settimanale di fotoromanzi Bolero, poi di Epoca, e ancora dall’83 in avanti di Gente, Oggi, Eva3000, Mayer è stato il traghettatore del gossip oltre il Rubicone tra cronaca e pettegolezzo, rappresentando culturalmente e mediaticamente la pancia del Paese reale tra la fede in Padre Pio e il velinismo, tra artisti caduti in disgrazia e paparazzate fotografiche col teleobiettivo. E quando parliamo di giornali che vendono copie parliamo di centinaia di migliaia se non, come ammise candidamente in un’intervista lui stesso, un milione e mezzo di copie come per il numero di Gente in cui apparve Edwige Fenech in costume da bagno.

E nonostante l’avvento del web e dei social, Mayer ha sempre tenuto in piedi la baracca dell’editoria cartacea: diversi i libri pubblicati sul frate di Pietrelcina e sulla sua fede religiosa. Nel 2004 finisce infine alla corte di Cairo editore dirigendo DiPiù e DiPiùTv. E da qui iniziano anche le tante polemiche sulle interviste concesse o non concesse (una recente con Al Bano Carrisi) e sulle scelte di pubblicazione in materia fotografica. Laura Chiatti mostrata col pancino al sesto mese di gravidanza rispose così dal suo profilo Instagram: “Si dia piace, signore con il parrucchino che adora smerd…, perché non le ho mai concesso un ‘intervista per il suo giornale di m….”. Già il parrucchino di Sandro Mayer. Un’entità ben concreta, un ufo adagiato sulla sua testa all’improvviso in una puntata, se non ricordiamo male, di Domenica In. Poi ancora, con colore mutato, meno granata e più grigio ardesia, a Ballando sotto le stelle dove negli ultimi anni è apparso sul trono da opinionista/giurato litigando spesso con i colleghi. Celebre sopra ogni cosa, però, il momento in cui al quiz Caduta libera su Canale 5, appare la domanda: “Giornalista di gossip dal celebre parrucchino”. Insomma, quello strano oggetto pilifero è forse l’unica crepa in un muro alto e spesso a protezione della sua privacy, di quel matrimonio con la moglie Daniela incontrata e subito amata in una gelateria della Versilia oramai 50 anni fa. Perché Mayer sapeva benissimo come si doveva vivere per non  finire paparazzati.

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