A un anno di distanza dall’entrata nel gruppo francese PSA e dal lancio del piano di rilancio PACE!, Opel conferma i suoi primi modelli a zero emissioni e si dichiara soddisfatta dei frutti che proprio quel piano strategico comincia a dare. Ma nonostante la stretta alleanza con i marchi francesi abbia portato la Opel a trasformarsi (adeguandosi pure alla piattaforma costruttiva EMP2 di PSA), la Casa del fulmine “resterà tedesca”, parola del CEO Michael Lohscheller. E Vauxhall, alter ego inglese di Opel, “resterà britannica”.

Tra i risultati del piano PACE! c’è l’offensiva elettrica che “la tedesca” sferrerà con la sua best-seller Corsa, destinata a cambiare il proprio nome molto probabilmente in “eCORSA”. A seguire, nel 2019, anche la Grandland X si evolverà nella versione PHEV, diventando la prima plug-in di Opel, con la stessa motorizzazione della Peugeot 3008 Hybrid4: un benzina 1.6 abbinato a due propulsori elettrici, uno posizionato sull’asse posteriore, l’altro su quello anteriore, integrato nella trasmissione automatica a otto rapporti. Una soluzione motoristica da 296 Cv di potenza complessiva. Tutto questo permetterà di avere un’autonomia elettrica di 50 chilometri, con emissioni calcolate secondo il nuovo ciclo WLTP.

Così come Peugeot non si ferma alla 3008, ma pensa di portare verso l’elettrificazione anche la 208, pure per Opel non si tratta solo di Corsa e Grandland X, perché entro il 2020 la gamma elettrica sarà arricchita da altri due modelli, per arrivare nel 2024 a disporre di una versione “green” per ciascun prodotto della casa. Intanto, però, il suv ibrido debutterà sul mercato africano, con la produzione affidata al nuovo stabilimento aperto in Namibia.

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Autostrada elettrica, camion che diventano filobus. Presto la sperimentazione anche in Italia

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