“Non ho mai visto quel video, ora mi urta vedermi dire quelle cose. E penso abbia urtato molte altre persone. Non ho nessun problema a chiedere scusa“. Così il portavoce di Palazzo Chigi, Rocco Casalino, a Che Tempo Che Fa su Rai1, torna sul video che lo ha visto al centro di fortissime polemiche per le parole utilizzate nei confronti di portartori di Sindrome di Down e di anziani.Sono omosessuale, figlio di emigrati in Germania“, ha aggiunto sottolineando di aver “vissuto sulla mia pelle la violenza, la discriminazione e il bullismo. La mia storia parla per me … quelle parole non fanno parte della mia natura”. Ribadendo che quel video “è un pugno nello stomaco anche se era una simulazione o un personaggio interpretato (fatto per provocare gli studenti)”, Casalino ha tenuto a precisare che “oggi ho chiamato il presidente dell’Associazione down spiegandogli che era una simulazione, chiedendogli scusa per dire che sono sempre a loro disposizione”. Casalino ha poi affrontato un’altra polemica esplosa poco dopo l’assoluzione di Virginia Raggi da parte del Tribunale di Roma, sabato scorso. Gli attacchi del vicepremier, Luigi Di Maio, e dell’esponente ed ex deputato del M5s Alessandro Di Battista alla stampa.

I toni eccessivi a volte servono, la libertà di stampa è giusta, ma c’è un accanimento contro il Movimento 5stelle. Il cane da guardia fa questo”. “Credo – spiega – che sia diritto di chi rappresenta i cittadini, di chi è ministro e capo politico di un movimento, denunciare con forza. È invece un’anomalia – sottolinea – un’informazione che più che informare fa propaganda politica“. “I toni eccessivi  servono a denunciare con più forza quello che non va sottovalutato. Come esperto di comunicazione credo che ci sia qualcosa che non funziona. Se la stampa è il cane da guardia del potere, deve abbaiare e mordere quando qualcosa non va, non può mordere sempre“. Ma Casalino tiene a precisare una cosa: “Ci si concentra molto sul linguaggio, ma io mi concentrerei sui fatti: con Raggi ci sono stati due anni di fango. Un linguaggio forte può essere giustificato da una forza politica, la stampa invece deve avere un linguaggio sempre misurato”.

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