Anche la Lega si mette di traverso e parla di “forti perplessità” rispetto all’emendamento al ddl anticorruzione che riforma la prescrizione. Dopo gli attacchi dei renziani e di Forza Italia, che si era appellata proprio agli “amici” del Carroccio per avere una sponda, arrivano le parole del capogruppo alla Camera, Riccardo Molinari: “È stato presentato dai relatori, non è concordato a livello di governo, non è passato dal Consiglio dei ministri e ci riserviamo di fare valutazioni”. E pensare che solo pochi minuti prima, a  ‘Otto e Mezzo‘ su La7, il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, aveva scongiurato possibili mal di pancia dei partner di governo, spiegando: “Non mi risulta e non so perché dovrebbe averli. Sulla prescrizione il contratto di governo è molto chiaro”. Il testo guida dell’esecutivo gialloverde, seppur senza entrare nello specifico, parla però di una “necessaria riforma della prescrizione dei reati”.

Abbiamo forti perplessità, ma ne discuteremo come sul resto del provvedimento”, ha detto invece il deputato leghista Molinari, interpellato al telefono dall’Ansa. Un’entrata a gamba tesa su quella che è “una battaglia storica” del M5s, come aveva ricordato in una nota Giulia Sarti, deputata e presidente della Commissione giustizia alla Camera. Lo stop alla prescrizione dopo la sentenza di primo grado “è una misura indispensabile per impedire l’impunità, siamo ben lieti che finalmente arriviamo a discuterne in Parlamento. Lo stupore di alcuni commenti è fuori luogo, tutti dovremmo volere che i processi vadano fino in fondo e che nessuno si salvi da una condanna solo perché lo Stato non ha più tempo”, aveva detto Sarti, commentando l’emendamento che è stato presentato a firma dei deputati M5s Francesca Businarolo e Francesco Forciniti.

La norma che introduce il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado era stata annunciata già ieri, martedì, dal guardasigilli Bonafede. E la Lega non era intervenuta nella polemica lanciata all’unisono da una parte del Pd e dagli azzurri. Fino a quando, però, il ministro Bonafede – interpellato sul punto – ha escluso possibili malumori negli alleati dell’esecutivo. A quel punto sono arrivate le parole di Molinari. E subito dopo, si è aggiunto il senatore Andrea Ostellari, presidente della Commissione giustizia: “È un istituto che ha già subito molte modifiche, valuteremo anche queste ultime novità con coerenza e spirito costruttivo. La prescrizione di un reato si può evitare se gli uffici giudiziari funzionano bene, e su questo versante stiamo investendo, per il bene dei cittadini. È importante che i processi siano più veloci per garantire giustizia”. Parole a cui ora si aggrappa anche la giunta dell’Unione Camere Penali Italiane, fortemente critica nei confronti della misura. Al contrario, l’Associazione nazionale magistrati ha espresso il suo giudizio positivo sulla riforma.

“In sostanza – rilevano i penalisti in una nota – l’eventuale approvazione di tale abnorme emendamento, che nemmeno distingue tra sentenza assolutoria e sentenza di condanna, darebbe luogo, con la conclusione del giudizio di primo grado, ad una pendenza teoricamente infinita sia della sentenza di condanna, sia della impugnazione da parte del pubblico ministero della sentenza di assoluzione”. “Ciò in spregio manifesto dei principi del giusto processo e della sua ragionevole durata sanciti dall’art. 111 della Costituzione”, sostiene Ucpi. La giunta dei penalisti quindi si appoggio al Carroccio: “Prendiamo atto con sollievo ed apprezzamento della presa di distanza da tale gravissima iniziativa legislativa espressa da Molinari a nome della Lega di Matteo Salvini” e dichiariamo “lo stato di agitazione dei penalisti italiani, riservando ogni ulteriore determinazione alla verifica del successivo iter parlamentare dell’emendamento”.

“La sospensione della prescrizione dopo la sentenza di primo grado è un primo passo per evitare che gran parte del lavoro dei Tribunali sia di fatto inutile“, è invece la posizione del presidente dell’Anm, Francesco Minisci. “Ma è solo un primo passo – ha spiegato – che rischia di diventare inefficace e di non migliorare le cose se non sarà accompagnato da interventi finalizzati ad accelerare lo svolgimento dei processi, perché le lungaggini sono uno dei maggiori mali del nostro sistema”. Ora, aggiunge Minisci, “occorre pensare alla riforma del sistema delle notifiche mediante il superamento, nell’era di internet, del tradizionale e anacronistico sistema del ‘camminamento’, all’allargamento del novero dei reati per i quali se cambia un giudice non si deve iniziare tutto daccapo, alla rivisitazione del divieto di ‘reformatio in peius‘ in appello, alla copertura dei rilevanti vuoti di organico del personale amministrativo”.

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