Il giorno dopo la svolta nel processo sulla morte di Stefano Cucchi con uno dei carabinieri che accusa i suoi colleghi, Ilaria, sorella del geometra romano morto all’ospedale Pertini di Roma il 22 ottobre 2009, risponde al ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che l’aveva invitata insieme a tutta la famiglia al Viminale: “Il giorno in cui il ministro dell’Interno chiederà scusa a me, alla mia famiglia e a Stefano allora potrò pensare di andarci, prima di allora non credo proprio“. Ilaria, intervistata da Rtl 102.5, per il momento respinge al mittente l’invito del leader leghista, che in passato, come altri politici di destra hanno sempre difeso i rappresentanti delle forze dell’ordine e, in varie occasioni, insultato la famiglia Cucchi.   

Ilaria Cucchi: “Chi ha fatto carriera politica con le offese si vergogni”
Così dopo il colpo di scena grazie alle rivelazioni di Francesco Tedesco, uno degli imputati per il pestaggio del 31enne, Ilaria Cucchi era stata chiarissima: “Ci chieda scusa chi ci ha offesi in tutti questi anni. Ci chieda scusa chi in tutti questi anni ha affermato che Stefano è morto di suo, che era caduto. Ci chieda scusa chi ci ha denunciato. Sto leggendo con le lacrime agli occhi quello che hanno fatto a mio fratello. Non so dire altro. Chi ha fatto carriera politica offendendoci si deve vergognare“. Dopo pochi minuti, il capo del Viminale era intervenuto sulle novità. Non si era scusato, ma ha invitato la famiglia nella sede del suo ministero: “Sorella e parenti sono i benvenuti al Viminale. Eventuali reati o errori di pochissimi uomini in divisa devono essere puniti con la massima severità, ma questo non può mettere in discussione la professionalità e l’eroismo quotidiano di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi delle forze dell’ordine”, avevascritto Salvini. “Saremo lieti di andare da lui, insieme anche all’avvocato Anselmo”, aveva risposto Ilaria Cucchi che con il leader della Lega ebbe uno scontro molto duro quando postò su Facebook la foto proprio di Tedesco in costume da bagno. “Capisco il dolore di una sorella che ha perso il fratello, ma è un post che fa schifo“, disse Salvini a La Zanzara su Radio 24. “Mi sembra difficile pensare che in questo, come in altri casi, ci siano stati poliziotti e carabinieri che abbiano pestato Cucchi per il gusto di pestare – aggiunse – Se così fosse, chi l’ha fatto, dovrebbe pagare. Ma bisogna aspettare la sentenza, anche se della giustizia italiana onestamente non ho molta fiducia. Comunque, onore ai carabinieri e alla polizia”.

Proiezione del film Sulla mia pelle alla Garbatella
Circa mille persone, in gran parte ragazzi, hanno accolto con un lungo applauso Ilaria Cucchi e l’avvocato Fabio Anselmo al centro sociale La Strada a Garbatella, a Roma, per la proiezione del film su Stefano Cucchi Sulla mia pelle. “All’inizio Fabio ed io eravamo soli, poi non lo siamo stati più – ha detto Ilaria -. Ora siamo fiduciosi che chi ha ridotto Stefano in quella maniera pagherà. Tante cose farò fatica a perdonare, ma soprattutto che mio fratello sia stato ignorato da persone che potevano aiutarlo. Mai più diritti umani sacrificabili nel silenzio generale“.  “Non è mai accaduto che chi ha partecipato a questi atti abbia poi raccontato la verità. Questa la vera novità. Un fatto nuovo e clamoroso – ha detto Anselmo -. Per il resto sapevamo già tutto prima del racconto del carabiniere Tedesco. Voglio vedere alla sbarra chi ha dato ordini per stendere un velo su questa vicenda e credo che succederà. Non so che grado abbia, ma penso che la procura lo sappia. Deve pagare come gli esecutori materiali”. “Tutto questo è successo proprio con il ministro dell’Interno più reazionario – ha detto il presidente dell’Ottavo Municipio di Roma Amedeo Ciaccheri -. Non sarebbe mai successo senza il vostro coraggio. Quanto successo cambia la storia di questo Paese. Siamo felici se potremo intitolare una strada a Stefano in questo territorio”. Ilaria Cucchi ha spiegato che con Netflix che il film sarà visto in 190 Paesi del mondo.

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