L’intesa sulla cessione dell’Ilva raggiunta tra AmInvestco e i sindacati con la mediazione del ministro dello Sviluppo Luigi Di Maio non fa contenti tutti i tarantini. L’onorevole Rosalba De Giorgi del Movimento Cinque Stelle è stata contestata da un gruppo di manifestanti durante il sit-in di cittadini e associazioni in piazza della Vittoria, a Taranto, organizzato per chiedere il rispetto di quanto annunciato nel contratto di governo, cioè la “chiusura delle fonti inquinanti e la riconversione economica dell’area. Ci sono stati momenti di tensione che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine, che hanno scortato la De Giorgi. I parlamentari pugliesi e gli otto consiglieri regionali pentastellati dal canto loro hanno sostenuto che l’obiettivo resta quello e “l’avvio di questo processo è stato solo rallentato e complicato a causa del ‘delitto perfetto‘ del precedente governo Pd”. Intanto il governatore Michele Emiliano ha fatto sapere che “senza garanzie sulla salute dei concittadini” non darà “mai il mio assenso al piano ambientale“.

I manifestanti hanno esibito diversi striscioni, tra i quali campeggiava quello con la scritta “Taranto senza Ilva“. Cittadini e associazioni accusano l’esecutivo di aver agito in piena continuità con i governi precedenti, agevolando la cessione dell’Ilva e, affermano, “condannando, di fatto, Taranto ad almeno altri 10 anni di inquinamento, malattia e morte“. Alcune centinaia di persone si sono ritrovate in piazza “per una 24 ore di dibattito e sensibilizzazione sulle criticità sanitarie ed ambientali, accanto a proposte che, partendo dalla chiusura del siderurgico, prevedono la decontaminazione e la bonifica ad opera degli attuali lavoratori Ilva, in una nuova prospettiva di riconversione economica dell’intero territorio”.

“L’obiettivo per Taranto rimane lo stesso”, scrivono in una nota i parlamentari pugliesi e gli otto consiglieri regionali del Movimento. “La chiusura delle fonti inquinanti e la riconversione economica. L’avvio di questo processo è stato solo rallentato e complicato a causa del ‘delitto perfetto’ del precedente Governo Pd che aveva messo in piedi una gara che, per quanto illegittima, non si poteva annullare e che in ogni caso il 15 avrebbe fatto passare la proprietà di Ilva ad Arcelor. E questo fa rabbia, tanta rabbia. In questo quadro tutto ciò che poteva fare il ministro Di Maio, e che ha fatto con grande senso di responsabilità, è stato lottare con i sindacati e con gli acquirenti per ottenere il risultato migliore, in condizioni peggiori, in termini di occupazione e di tutele ambientali che, seppur non ancora sufficienti a salvare Taranto, sono certamente maggiori rispetto a quelle assolutamente blande, richieste dal Pd. Siamo stati chiamati a lavorare giorno e notte per limitare al massimo i danni creati da un partito velenoso che per fortuna non potrà più nuocere al nostro Paese”. “Arcelor ringrazi dunque il Partito Democratico e Calenda per questo regalo ma gli suggeriamo di non ‘rilassarsi’ troppo perché da oggi avranno il fiato sul collo del Governo e del M5S in Puglia perché rispettino, da subito, tutti gli impegni presi”.

Emiliano dal canto suo ha spiegato: “Il governo aveva due alternative: o l’Ilva si chiudeva, e a quel punto noi avevamo chiesto garanzie per l’occupazione delle 20mila persone”, ma “siccome abbiamo capito che il governo ha deciso di lasciarla aperta, rimane che noi abbiamo chiesto come garanzia al governo la decarbonizzazione, quindi la non ricostruzione di Afo5 a carbone e la sostituzione di Afo5, l’altoforno più grande della fabbrica, con due forni elettrici a gas o idrogeno. Se questa condizione verrà rispettata noi riteniamo di poter dire alla cittadinanza che le ragioni della salute sono accettabili. Se qualcuno invece pensa di lasciare il mondo come sta, come Mittal aveva già definito nei suoi progetti, avevamo detto l’altra volta sia io che Di Maio che il piano ambientale era deludente, e direi insufficiente”. “Quindi – ha concluso – credo che il giudizio sul Piano ambientale sull’insufficienza rimarrà identico sia per me che per Di Maio”.

La Regione Puglia ha ancora in piedi il ricorso contro il Dpcm che contiene il Piano ambientale per il siderurgico. Anche il Comune di Taranto presentò lo stesso ricorso. Comune e Regione rinunciarono però in un secondo momento alla richiesta di sospensiva cautelare.

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