A Taranto il primo passo per la chiusura dell’Ilva

M5S ai sindacati: “Stop agli impianti inquinanti e operai impegnati nella bonifica”

22 Maggio 2018

Ammodernare gli impianti per eliminare i veleni oppure chiudere l’Ilva. L’incontro tra i sindacati metalmeccanici e i rappresentanti del M5S è una prova di dialogo nonostante le posizioni lontane. Da un lato i portavoce 5stelle eletti a Taranto, alla Regione Puglia, i cinque parlamentari eletti nel capoluogo e l’eurodeputata Rosa D’amato che insieme al consulente di Luigi Di Maio, Lorenzo Fioramonti, hanno ribadito la linea del Movimento: chiusura progressiva delle fonti inquinanti e reimpiego dei lavoratori nelle bonifiche. Dall’altro, i sindacati che pur non avendo chiuso immediatamente la discussione, hanno manifestato l’urgenza di un cambio di rotta sulla gestione dello stabilimento tarantino.

I 5stelle in una nota hanno definito l’incontro “molto positivo” e annunciato di voler “realizzare il piano coinvolgendo tutti i livelli istituzionali compresi Comune e Regione, che punti ad avviare un cronoprogramma di interventi avente come obiettivo la riconversione economica di Taranto che passi dalla chiusura delle fonti inquinanti salvaguardando i livelli occupazionali come già avvenuto, con successo, in altre realtà all’estero”.

Giuseppe Romano e Francesco Brigati di Fim Cgil hanno evidenziato “l’impossibilità di continuare a produrre con l’attuale ciclo integrale senza l’uso di innovazioni tecnologiche propedeutiche all’abbattimento dell’inquinamento” e chiesto il riesame dell’Autorizzazione integrata ambientale (Aia), con l’introduzione della valutazione di impatto ambientale e sanitaria per salvaguardare l’ambiente e la salute.

La Fiom, inoltre, ha chiesto di estromettere i commissari straordinari “responsabili col governo di aver firmato un contratto di aggiudicazione che ha lasciato nelle mani di Arcelor Mittal il futuro occupazionale, ambientale e della siderurgia”. Per Valerio D’Alò di Fim Cisl, i 5stelle sono stati troppo generici e non hanno fornito risposte sul futuro. Antonio Talò (Uilm Taranto), invece, ha ribadito il “no” alla chiusura per non aggiungere “il dramma della disoccupazione”, ma vorrebbe “rivedere il contratto di aggiudicazione” .

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