di Felice Lucia 

Dalla caduta del ponte tutti in Italia ci siamo trasformati in esperti di costruzione. Noi che siamo un popolo di proprietari di case ci siamo sempre cimentati con le costruzioni, così come da piccoli ci insegnano a giocare con i lego. Ma poco o nulla si fa nella manutenzione. E non parlo solo di viadotti e strade, pensate alle reti colabrodo, oppure ai palazzi fatiscenti.

Di solito un grande popolo si vede da come esce dalla emergenze e direi che per ora non ne stiamo uscendo benissimo. Ognuno è interessato solo a mettere in mostra se stesso o la propria bravura a dire “te l’avevo detto”; ma se tutti sapevano perché non si è intervenuto prima? Mi ha stupito l’intervista ad un professore del Politecnico di Milano, che ha spiegato con dovizia che gli esami che hanno fatto non costituivano una diagnosi completa. Purtroppo oggi si scoprono anche le manutenzioni, mentre la classe politica ha amato solo le inaugurazioni.

Lo stradino che abitava le case cantoniere non c’è più, ma oggi abbiamo l’opportunità di capire che con l’avvento del digitale e della sensoristica possiamo fare di più e meglio e creare una nuova occupazione. Tutta l’edilizia ormai in Italia sta invecchiando ed è venuto il momento di affrontare il problema con una logica industriale, poiché in questi giorni il dibattito sul valore di una grande società italiana che comunque rispetto, mi fa rabbrividire pensando a tutti quei morti.

Penso che la cosa migliore sia uscire nel miglior modo possibile da questa situazione dando alloggi rapidamente agli sfollati e pensare a programmare una nuova città per Genova, una smart city che possa fare da apripista per una nuova cultura industriale del paese che sfrutti il digitale, una nuova rete di sensori, l’intelligenza artificiale e l’IoT. Questo potrebbe essere il segnale migliore per il paese, cioè ricostruire totalmente una città adoperando la migliore tecnologia disponibile sul mercato per far sì che altre sciagure di queste non possono mai verificarsi altrove, prendendola a riferimento.

Quindi oltre ad una ricostruzione intelligente verso una smart mobility anche l’implementazione di una rete sensoristica a tutti i livelli che permetta di fare una diagnosi completa su tutti i livelli decisionali per il politico e non programmare o pianificare seguendo esclusivamente interessi di pochi.

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