Sono stati alcuni vecchi tweet cancellati e riapparsi dopo dieci anni in Rete a spingere la Disney a licenziare James Gunn, regista del film di supereroi Marvel Guardiani della Galassia. I tweet in questione erano stati rimossi da tempo dal regista, ma alcuni utenti hanno fatto riemergere online degli screenshot che li immortalano. Il sito di news americano Daily Caller ha raccolto alcuni di questi post pubblicati tra il 2008 e il 2009 in cui Gunn fa battute su stupro, pedofilia, Olocausto e attentati dell’11 settembre e Aids, quali “Le risate sono la miglior medicina. Ecco perché rido delle persone con Aids”. O ancora: “La cosa migliore dell’essere stuprati è quando hai finito di essere stuprato: è tipo, fiu, ‘quanto è bello non essere stuprato!’”

Immediata è stata la reazione del presidente dei Walt Disney Studios Alan Horn, che ha giudicato i tweet di Gunn “indifendibili e incoerenti con i valori del nostro studio”, ragione per cui “abbiamo reciso la nostra relazione professionale con lui”. Gunn avrebbe dovuto occuparsi della sceneggiatura e della regia del film Guardiani della Galassia Vol. 3, dopo aver scritto e diretto i primi due film della serie nel 2014 e nel 2017. Dal canto suo, il regista si è scusato dicendo che “Le mie parole di quasi dieci anni fa erano, al tempo, tentativi fallimentari e sfortunati di essere provocatorio. Me ne sono dispiaciuto per anni da allora: non solo perché erano stupide, per nulla divertenti, selvaggiamente insensibili e certamente non provocatorie come speravo, ma anche perché non riflettono la persona che sono oggi, o che sono stato per un po’ di tempo”.

 

Ed aggiunge: “Anche tutti questi anni dopo, mi prendo la piena responsabilità per il modo in cui mi sono comportato all’epoca. Tutto ciò che posso fare ora, oltre ad offrire le mie più sincere scuse, è di essere la miglior persona che posso: aperto, comprensivo, impegnato per l’uguaglianza, e soprattutto più cauto nel formulare le mie dichiarazioni pubbliche e nelle occasioni di discussioni in pubblico. A chiunque fa parte dello showbusiness ed oltre, offro di nuovo le mie più sincere scuse”.

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