Per smentire che le condizioni del presidente palestinese Abu Mazen siano serie, da ieri ci sono voci a Ramallah di un aggravamento delle sue condizioni, dopo un terzo ricovero in ospedale in una settimana a seguito di un intervento all’orecchio, nella struttura medica Intishari, alla periferia della capitale de facto dei palestinesi. Nuovi esami medici hanno rilevato una seria infezione al polmone destro, che stando al dottor Saed Sarahna – che dirige il centro medico -, sta dando esiti positivi ma l’anziano leader deve ancora stare ancora sotto stretta osservazione.
Abu Mazen, 83 anni e forte fumatore ha una salute piuttosto malandata. Negli anni passati è stato curato per un tumore alla prostata e problemi alla milza. Lo scorso anno durante una visita negli Usa ha avuto un mancamento – è stato brevemente ricoverato presso un ospedale di Baltimora – attribuito alla stanchezza. Si sarebbe trattato invece di problema cardiaco. Le sue condizioni di salute accendono da una parte le aspettative palestinesi di un cambio della guardia alla guida dell’Anp – Abu Mazen si è fatto rieleggere il 30 aprile per acclamazione – dall’altro allarma Israele, per un possibile periodo di turbolenza. Anche se Abu Mazen fosse costretto al ritiro, l’identità del suo erede non è evidente. Detiene tre diversi uffici: presidente della Autorità Palestinese (Anp), è presidente dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina e capo di Fatah. La situazione legale delle istituzioni palestinesi è complicata; l’inimicizia tra Fatah e Hamas – e il fatto che Abbas non abbia dichiarato chiaramente un erede – apparentemente complicherà i piani per la successione. Israele ritiene che sia più probabile che Abu Mazen sia sostituito, almeno temporaneamente, da un gruppo che potrebbe includere alti dirigenti di Fatah, funzionari con esperienza diplomatica e rappresentanti delle agenzie di sicurezza.
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