C’è un quarto indagato nell’inchiesta sulla morte di Pamela Mastropietro, la diciottenne uccisa e poi fatta a pezzi il cui corpo è stato trovato in due trolley il 31 gennaio scorso a Macerata. Riguardano anche lui, cittadino nigeriano, (oltre ai tre connazionali già fermati), accertamenti tecnici irripetibili disposti dalla Procura di Macerata per le ipotesi di concorso in omicidio, occultamento e vilipendio di cadavere. L’uomo è stato sentito tra venerdì e sabato dagli inquirenti a Macerata – ha riferito il suo legale Paolo Cognini – e sottoposto a rilievi palmari e plantari. Un tecnico verrà incaricato di una perizia sul suo cellulare.

Proseguono a Macerata le indagini sull’omicidio: gli inquirenti stanno facendo accertamenti su tabulati e traffico telefonico dei tre finiti in carcere con le accuse di omicidio e vilipendio, soppressione e occultamento di cadavere. Lunedì mattina gli operatori del Ris sono tornati nell’appartamento di via Spalato 124, a Macerata, dove viveva Innocent Oseghale e dove il corpo di Pamela è stato fatto a pezzi nel pomeriggio del 30 gennaio: ulteriori accertamenti tecnici irripetibili sono stati svolti alla presenza dei difensori dellepersone fermate la cui presenza nella casa è dimostrata proprio dal traffico delle celle telefoniche.

Martedì, nel carcere di Ancona, si svolgeranno gli interrogatori di convalida dei fermi al ventiduenne Lucky Desmond e al ventisettenne Awelima Lucky (bloccato dai carabinieri mentre dalla stazione centrale di Milano era in partenza per la Svizzera). L’inchiesta si sposta sempre più sul fronte tecnico e di laboratorio: si cercano contatti, messaggi e impronte per escludere che i tre abbiano avuto altri complici. E ulteriori accertamenti verranno svolti dal Ris anche sul corpo straziato della vittima: dall’autopsia sono emerse ferite al fegato e alla testa, compatibili con l’accusa di omicidio, ma non è stato possibile definire le responsabilità di ognuno dei tre fermati, né accertare se Pamela sia stata violentata prima di essere uccisa, o se abbia assunto dosi di droga tali da provocare una overdose.

Per avere certezza degli stupefacenti assunti dalla vittima bisognerà attendere i risultati delle analisi tossicologiche che arriveranno nei prossimi giorni. Sempre domani verranno svolti anche una serie di rilievi sull’auto del tassista camerunese che per primo denunciò Oseghale. Nel suo taxi era salito il nigeriano con i due trolley che contenevano il corpo dilaniato della vittima per allontanarsi da Macerata e liberarsene. Dopo il ritrovamento del cadavere, il tassista, che conosceva Oseghale, si presentò dagli inquirenti per denunciarlo.

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