POESIA SENZA FINE di Alejandro Jodorowsky. Con Adan, Brotis & Alejandro Jodorowsky. Cile/Francia 2016. Durata: 128’ Voto 4/5 (AMP)

Qual è il senso della vita? Il cervello fa le domande, ma il cuore conosce le risposte. La vita non ha senso, vivila, vivila! Jodorowsky a Jodorowsky. Non è un monologo ma un dialogo a se stesso in due diversi momenti della vita: il vecchio consiglia il giovane che, in termini di rappresentazione, sono interpretati dallo stesso Alejandro e da suo figlio Adan. L’attenzione all’indicalità corporale, per cui parte di se stesso è “realtà consanguinea” nel corpo dell’attore che lo mette in scena, è parte integrante del genio di questo artista multiforme e poliedrico, l’ultimo vero surrealista “sopravvissuto”. Capitolo secondo del precedente La danza della realtà, Poesia senza fine prosegue il percorso autobiografico dell’inventore della psicomagia con l’intento non solo di lasciare un’ulteriore e immaginifica traccia di sé, ma anche di far luce sui diversi Zeitgeist e visioni di mondo che la sua vita-carriera ha attraversato. Ogni periodo o territorio è fecondo di una creatività fuori dall’ordinario, sintomo della capacità sia di riflessione che di rielaborazione ad opera di un’intelligenza poetica unica nel suo genere. Per lo spettatore avvertito e appassionato, “Poesia sin fin” – questo il titolo originale – è in grado di offrire una gioia visionaria elevatissima, nonché una commozione di intima profondità.

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