La storia è scritta dai vincitori, ma ogni tanto qualche capitolo scritto dai vinti può pure capitare. Dal 12 ottobre 2017 nelle sale italiane uscirà Il Palazzo del Vicerè, l’ultimo film di Gurinder Chadha, presentato Fuori Concorso alla Berlinale 2017.

Siamo a Delhi in India nel 1947. Dopo 300 anni il dominio dell’impero britannico è agli sgoccioli. Il nipote della Regina Vittoria, Lord Mountbatten, con la moglie e la figlia, si trasferisce per sei mesi nel Palazzo del Viceré a Delhi. Il suo delicato compito è quello di accompagnare l’India nella transizione verso l’indipendenza. Ma la violenza esplode tra musulmani, induisti e sikh, e sfocia nella cosiddetta “Partition” fra India e Pakistan, coinvolgendo anche gli oltre 500 membri dello staff che lavorano al Palazzo.

Alla versione dall’alto della storia “reale” si mescola dal basso la storia d’amore tra due giovani indiani, entrambi a servizio del Viceré, la musulmana Aalia e l’induista Jeet. Un sentimento che però viene travolto dal conflitto delle rispettive comunità religiose. La Chadha, regista dell’exploit Sognando Beckham (2002) torna dopo sette anni alla regia (It’s a wonderful afterlife, 2010) per provare a togliersi di dosso la polvere di una promettente carriera finita in naftalina troppo presto. Il Palazzo dei Viceré sconta comunque diverse critiche di storia “accomodante” al servizio del colonialismo inglese, tra cui le feroci accuse della nipote di Benazir Bhutto, la poetessa Fatima. La Chadha ha risposto sostenendo che il suo film, tratto dal saggio del 2006 The Shadow of the Great Game: The Untold Story of India’s Partition, è ben lontano dall’ “ignorare la lotta per l’indipendenza, anzi la celebra”. Distribuisce Cinema di Valerio De Paolis. 

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