E’ una Sara Errani arrabbiata ma combattiva quella si presenta in conferenza stampa all’hotel Melià a Milano. La tennista non nasconde il rancore nei confronti di una stampa che ha fatto “disinformazione”, ma anche verso “i leoni da tastiera” che sui social non hanno risparmiato “insulti e cattiveria” verso di lei e la sua famiglia. “Non ho fatto nulla di male – afferma – il letrozolo non è uno stimolante e uno steroide anabolizzante. E non è una sostanza dopante per le donne”. Così si difende dalle accuse che le sono state mosse dopo la notizia della sua positività a un controllo antidoping del febbraio scorso e la conseguente squalifica per due mesi.

La tennista ha poi spiegato nel dettaglio il suo caso: “So di non aver violato il codice della Wada (l’agenzia mondiale antidoping) e speravo di essere assolta. Io sono stata sanzionata perché contaminata da una sostanza che non produce effetti migliorativi nelle prestazioni”. Rispetto alla positività, per Sara Errani c’è stata infatti una contaminazione del cibo, in particolare dei tortellini di sua mamma: “Un caso accidentale. Un’ipotesi supportata dal test dei capelli”.

Errani ha poi ricordato che la sentenza della Federtennis internazionale dice che “sono stata sanzionata perché la responsabilità del giocatore copre le azioni anche del medico, dell’allenatore e dei suoi familiari”. L’azzurra, ex numero 5 al mondo, ha chiarito anche la decisione di continuare a giocare anche dopo la positività al controllo antidoping: “Ho deciso io di proseguire perché consapevole di non aver fatto nulla di male”. “Sono triste per la quantità di insulti ricevuti sul web, è una cosa sbalorditiva e imbarazzante”, ha concluso.

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Sara Errani positiva all’antidoping: due mesi di squalifica. “Colpa dei tortellini”

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