Il Qatar ha respinto la lista di 13 condizioni imposta da Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Bahrain per l’abolizione delle sanzioni contro Doha definendola “irrealistica”. “Il ministro degli Esteri britannico aveva chiesto che le richieste fossero ‘misurate e realistiche’- ha detto il capo della diplomazia qatarina Mohammed bin Abdulrahman al-Thani – questa lista non soddisfa quel criterio”. Tra le richieste avanzate dal fronte guidato da Ryad figuravano quella di chiudere la tv Al Jazeera, interrompere i rapporti con l’Iran e con la Fratellanza musulmana, rinunciare ad una base militare turca. Una lista che va ben oltre le accuse iniziali di sostenere il terrorismo e che impone di fatto all’emirato una limitazione della sua sovranità.

Una prima reazione alle richieste era venuta dalla Turchia, che attraverso il ministro della Difesa Fikri Isik ha fatto capire di non avere nessuna intenzione di chiudere la sua base, affermando che serve solo all’addestramento di truppe qatarine per rafforzare la sicurezza dell’emirato. “Nessuno dovrebbe essere disturbato” dalla presenza turca in Qatar, aveva aggiunto Isik. Ankara si è allineata con il Qatar nella disputa con i Paesi confinanti e il Parlamento turco ha approvato nei giorni scorsi l’invio di nuove truppe nella propria base nell’emirato, aperta nel 2014. La Turchia, così come l’Iran, ha anche inviato cibo in Qatar, che si ritrova semi-isolato da quando, il 5 giugno, i quattro Paesi arabi hanno interrotto le relazioni diplomatiche, i loro collegamenti marittimi e aerei con Doha e chiuso l’unica frontiera terrestre dell’emirato, con l’Arabia Saudita.

I quattro Paesi hanno motivato la loro decisione accusando il Qatar di sostenere gruppi “terroristici”, tra cui Al Qaeda e l’Isis, e di avere rapporti troppo stretti con Teheran, il grande rivale sciita dei sauditi nella regione. Ma la lista di 13 richieste presentate attraverso il Kuwait, che sta cercando di mediare la crisi, fanno capire che a Doha viene chiesto in sostanza di rinunciare alla sua politica estera che negli ultimi anni l’ha portato ad intrattenere buoni rapporti su vari fronti, compreso appunto con l’Iran, Israele e allo stesso tempo gruppi legati alla Fratellanza musulmana, come Hamas, in passato abbondantemente finanziato anche dall’Iran.

Tra le richieste figura la chiusura di Al Jazeera, la televisione satellitare che ha suscitato più volte le ire di regimi arabi per avere diffuso la voce di movimenti ad essi contrari, come la Fratellanza musulmana. Il bando dovrebbe essere esteso anche alle emittenti affiliate, compresa quindi Al Jazeera International che trasmette in inglese. L’ad del servizio in inglese, Giles Trendle, ha denunciato la richiesta come “un tentativo di sopprimere la libertà di espressione” e ha affermato che Al Jazeera continuerà a trasmettere.

TRUMP POWER

di Furio Colombo 12€ Acquista
Articolo Precedente

Quando il motociclista irresponsabile incontra l’automobilista irascibile, l’incidente è inevitabile (e il video… incredibile)

next
Articolo Successivo

Belgio, auto forza posto di blocco: polizia di Molenbeek apre il fuoco

next