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Peppino Impastato, i luoghi della memoria a 39 anni dall’assassinio per mano della mafia - 2/6

Il nove maggio ricorre l'anniversario dell'uccisione del giovane militante e giornalista. Ripercorriamo i luoghi che hanno segnato la sua vita. E la sua fine per mano di Cosa nostra
Peppino Impastato, i luoghi della memoria a 39 anni dall’assassinio per mano della mafia - 2/6
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Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato. Chi vuole conoscere la storia di Peppino non può non sapere anche chi è stata la madre, Felicia Bartolotta, scomparsa il 7 dicembre del 2004 dopo aver lottato per 24 anni per ottenere la verità. Superato l’aeroporto di Palermo, entrando a Cinisi, basta arrivare in centro, percorrere corso Umberto Primo fino a quasi metà via. Al civico 220 c’è la casa della famiglia Impastato. La si riconosce dall’albero che c’è davanti e da una targa affissa accanto alla porta: “A Giuseppe Impastato assassinato dalla mafia il 9 maggio 1978. Il centro Impastato ricorda il suo contributo di idee nella lotta contro il dominio mafioso e per il rinnovamento della società”. Fino ai primi anni del nuovo secolo ad accoglierti c’era lei, l’anziana madre. Seduta su una poltrona all’ingresso della casa raccontava ad ogni giovane chi era Peppino ripetendo quasi come un mantra: “Me l’hanno ammazzato ma io vendette non ne voglio”. Oggi è il fratello Giovanni a tenere aperta ancora la porta di casa dove si può ancora vedere la stanza di Peppino, la sua macchina da scrivere, i suoi libri, i suoi poster e in una vetrinetta al primo piano la tessera dell’ordine dei giornalisti data alla famiglia post mortem.

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