Nuova puntata della guerra in corso da mesi tra Donald Trump e i media statunitensi. E’ stato un pomeriggio di alta tensione tra la Casa Bianca e alcune delle principali testate giornalistiche del Paese. I giornalisti di Cnn, New York Times, Los Angeles Times e Politico sono stati infatti esclusi da un briefing ristretto convocato da Sean Spicer, portavoce del presidente. I reporter – senza alcun motivo ufficiale – sono stati bloccati prima dell’inizio del punto stampa.

In segno di solidarietà con i colleghi e i media esclusi, i corrispondenti di altre testate – come l’Associated Press e Time Magazine – hanno deciso di boicottare il briefing. Presenti invece i media conservatori come Breitbart News, Washington Times e One America News Network.

Il presidente dell’associazione dei corrispondenti della Casa Bianca, Jeff Mason, ha rilasciato una dichiarazione in cui annuncia una “dura protesta“, definendo la mossa “inusuale” e “senza precedenti” nella storia delle relazioni tra la Casa Bianca e la stampa. Ha infatti detto: “Non ricordo alcun addetto stampa di Clinton, Bush o Obama che abbia cancellato il briefing per fare dichiarazioni rivolte solo ad un ristretto numero di giornalisti”.

“Si tratta di una mossa inaccettabile da parte della Casa Bianca”, ha commentato la Cnn in una nota. “A quanto pare questo è il modo per fare ritorsioni quando si riportano fatti che non sono graditi. Ma noi li riporteremo a prescindere”.

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