Molte critiche ha sollevato la proposta dei Medici Cipomo (Primari Ospedalieri Oncologi) e Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) per contribuire a coprire le spese dei farmaci innovativi contro il cancroL’idea, battezzata “1 centesimo a sigaretta”, potrebbe finanziare un Fondo nazionale per l’oncologia in ItaliaQuesto gettito derivante dalle accise sul tabacco servirebbe sia a sostenere il Fondo che a contrastare il tabagismo. “Il Fondo garantirebbe uguali diritti di cura e di accesso ai farmaci innovativi per tutti i pazienti in ogni Regione”, spiega Carmine Pinto, presidente nazionale Aiom.

Spese indispensabili per sostenere un trend positivo: in cinque anni gli italiani che vivono dopo un tumore sono aumentati del 20% circa: da 2 milioni e mezzo nel 2010 a circa 3 milioni nel 2015. “Recuperando 1 centesimo a sigaretta potremmo avere un fondo di circa 720 milioni di euro l’anno”. Una cifra che inizia ad avere un senso in un contesto nazionale dove la spesa per farmaci anti-cancro ospedalieri (3.899 milioni di euro) continua ad aumentare: nel 2014 è cresciuta del 9,6% rispetto al 2013, e nei prossimi anni aumenterà a un ritmo difficilmente sostenibile con le risorse messe a disposizione delle Regioni.

In una lettera aperta Giacomo Mangiaracina, presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione, prende invece una posizione decisa contro il fumo e contro le scelte del governo sui rincari delle bionde. “Cari colleghi oncologi dell’Aiom a più riprese leggiamo sui media del vostro accorato e reiterato appello per la costituzione di un fondo nazionale per la cura dei tumori, con l’incremento di un centesimo sul costo dei prodotti del tabacco, ma è proprio il Fumo (con la F maiuscola) che vi porta tanto, ma proprio tanto, lavoro, e voi chiedete al Ministro e al Governo di mantenere inalterato il parco-fumatori italiano? Create piuttosto alleanze virtuose perché questo olocausto dorato cessi o si riduca. L’incremento di pochi centesimi, di tanto in tanto, è proprio ciò che tutti i governi italiani hanno fatto da sempre, per non destabilizzare il ‘parco fumatori’ d’Italia e incamerare 13 miliardi di euro ogni anno, spendendone poi 8 per i danni all’economia, all’individuo e alla società causati dalla piaga del tabacco”.

Purtroppo, anche la proposta di Mangiaracina, condivisibile nella impostazione, non convince affatto per il diverso contesto geografico e sociale italiano: a mio parere, sia la proposta Aiom Cipomo che quella di Mangiaracina avrebbero come conseguenza certa solo l’incentivazione del contrabbando di sigarette, di nuovo in pieno sviluppo in Italia, senza avere alcun effetto sulla indispensabile riduzione di incidenza della patologia oncologica polmonare, presupposto indispensabile per il contenimento dei costi delle nuove immunoterapie.

Oggi, ancora più di ieri e proprio per le nuove e costosissime immunoterapie, dobbiamo agire in termini ancora più drastici in prevenzione primaria contro l’inquinamento dell’aria nelle nostre città e contro il fumo di sigaretta.

La proposta del Fondo trova consensi da più parti ma dove intervenire in modo più razionale rispettando gli scopi della Prevenzione Primaria in Medicina? A mio parere due settori economici in pieno sviluppo, ma anche in pieno contrasto con un modello corretto di sviluppo sociale, consentono un intervento di natura fiscale certamente più appropriato e con potenziali notevoli vantaggi in termini di tutela della salute pubblica. Occorre agire con incisività sulla fiscalità non delle sigarette ma su quella delle sigarette elettroniche, da incentivare comunque rispetto alle sigarette tradizionali, ed anche sulla fiscalità dei giochi di azzardo.

Appare infatti sempre più drammatica la situazione della ludopatia in Italia, oggi inserita anche nei Lea, con costi di cura quindi a carico del Ssn e con impatti socio – sanitari veramente devastanti sulle nostre famiglie: quasi due miliardi di euro. E sono briciole rispetto a quello che accadrà in futuro: quando i miliardi di euro da sborsare ogni anno potrebbero essere 46 (Walter Ricciardi, Iss e Policlinico Gemelli). Occorre intervenire con urgenza quindi per incentivare l’uso della sigaretta elettronica al fine di eradicare il vizio del fumo e disincentivare la ludopatia.

Se dobbiamo tentare di costituire un fondo dedicato a recuperare risorse per le nuove e costosissime cure contro il cancro, interventi fiscali per appesantire il carico sul gioco d’azzardo e sui gestori appare di certo molto più razionale e deontologicamente corretto che incrementare di qualche cent le accise sulle sigarette. Un’efficace battaglia contro il fumo di sigaretta, che dovrebbe avere inizio dal dichiarare tutto il territorio nazionale “Tobacco free” con il blocco totale della coltivazione stessa di tabacco, da sola sarebbe in grado di rendere il costosissimo cancro al polmone una malattia rara.

Al contrario, la richiesta di un cent su ogni sigaretta pare rientrare nella visione di un autolesionista Dr Knock del terzo millennio, dal momento che rende bene al medico trasformare i sani in malati, ma non certo trasformare tutti in malati veri, gravi e pure giovani, come sta accadendo da trenta anni da noi in Campania per mancata Prevenzione Primaria, specie dell’aria.

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