Non solo professori vicini al movimento di Fethullah Gülen. A tre settimane dal fallito golpe in Turchia, l’ondata di arresti per “cospirazione” ha raggiunto anche l’opposizione di sinistra a Recep Tayyip Erdogan. Anche chi non ha mai avuto rapporti con il predicatore e politologo nei confronti del quale il governo ha spiccato un mandato d’arresto per aver ispirato il tentativo di golpe. Come i firmatari della petizione Academics for Peace, un gruppo di oltre 1.300 persone che da gennaio 2016 ha ottenuto visibilità grazie alla diffusione del loro documento in atenei di tutto il mondo e sui social. In sostanza, gli accademici firmatari denunciavano la repressione contro gli oppositori politici curdi in corso in quei mesi e chiedevano a Erdogan di bloccare gli arresti. Dietro le sbarre per un giorno ci è finito anche uno di loro: il professor Candan Badem. Per colpa di un libro che stava leggendo.

Storico del marxismo dell’Università della provincia di Tunceli, esperto di Paesi post sovietici con una lunga carriera da ricercatore in Gran Bretagna, il 3 agosto Bandem è stato arrestato a Dersim, nella Turchia centro-orientale, dove abita. È stato rilasciato dopo 24 ore, ma l’indagine sul suo conto è ancora in corso. Lo accusano di aver partecipato al golpe fallito, ordito dallo “Stato parallelo”, la struttura fedele al Maestro Gülen che ha occupato i gangli del potere turco. “Un libro trovato nell’ufficio di Badem è l’unica prova che ‘dimostra’ la connessione con il tentativo di golpe militare”, spiega il ricercatore turco Cem Oyvat, economista alla Greenwich University in Inghilterra e tra i firmatari della petizione.

Lo scrivono anche i media turchi, che pubblicano la foto del mandato d’arresto in cui si fa riferimento al libro. La notizia è stata ripresa anche dall’osservatorio Accademici in pericolo nel mondo, promosso dall’università progressista newyorkese New School. “Per ovvie ragioni, è altamente improbabile che il professor Badem facesse parte del movimento di Gülen – prosegue Oyvan – Ha definito sui social Gülen ‘una serpe’ in alcuni post che riguardavano le proteste a Gezi Park. Non solo: si è sempre professato ateo e marxista, mentre Gülen sostiene che l’Islam non dia agli atei il diritto di vivere“.

Sono già 25 gli accademici firmatari della petizione sospesi dall’insegnamento: un collega di Badem all’università di Tunceli, due all’università Hakkari, altrettanti all’università di Mersin e dieci all’università di Van (nella Turchia orientale) Yüzüncü Yıl. Per questi ultimi, il rettore dell’ateneo ha tentato di fare appello al provvedimento disciplinare, ma con il sistema giudiziario in tilt sarà difficile che possa ottenere dei risultati. Ci sono poi altri sette firmatari di Academics for Peace che lavorano nelle 15 università vicine al movimento di Gülen che sono state chiuse il 23 luglio per ordine del Consiglio per l’Alta educazione. “Non c’erano all’interno solo universitari filo-Gülen – spiega Oyvat -, c’erano anche professori con visioni molto diverse”. Il sindacato di sinistra Eğitim-Sen è sempre stato molto critico nei confronti del movimento di Fethullah Gülen, a causa della sua capacità d’infiltrarsi nel sistema burocratico e politico della Turchia. Nonostante questo, sono stati bollati come gülenisti e 136 insegnanti sono stati sospesi.

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