Angela Merkel ha detto di essere sconvolta per gli attacchi del weekend ad Ansback, Reuttlingen e Monaco, ma ha invitato a “non generalizzare nell’accusa di terrorismo nei confronti dei rifugiati”: “La maggior parte dei terroristi che hanno compiuto attentati negli ultimi mesi non erano rifugiati”, ha detto la portavoce della Cancelliera Ulrike Demmer. Il ministero dell’Interno tedesco intanto ha confermato che le autorità stanno indagando su 60 rifugiati o richiedenti asilo per presunti legami con il terrorismo jihadista, in molti casi su indicazione di alcuni compagni nei centri di accoglienza. In una conferenza stampa, il portavoce Tobias Platte, ha chiarito che nessuno dei responsabili dei recenti attacchi faceva parte di coloro oggetto di indagine e ha chiesto ancora una volta cautela prima di collegare l’episodio di Ansbach con il terrorismo islamista.

Diversa la posizione del ministro della Giustizia bavarese Winfried Bausback che su Facebook ha invece scritto: “I fatti dimostrano che il terrorismo islamico ha raggiunto la Germania: per questo dobbiamo difendere lo Stato di diritto”. Parole molto simili a quelle del primo ministro del suo Land sull’ipotesi che ci sia il fondamentalismo dietro le violenze degli ultimi giorni.

Dopo i tre episodi di violenza che hanno travolto la Germania, la preoccupazione è quella che venga messa in discussione la politica delle porte aperte ai migranti annunciata lo scorso anno dalla stessa Merkel. A difendere quanto fatto è intervenuto anche il portavoce per gli affari interni della Cdu, Stephan Mayer: “E’ sbagliato dare la colpa a lei e alla sua politica”, ha detto. Ma, in un’intervista alla Bbc all’indomani dell’attentato ad Ansbach, ha ammesso che “c’è molto spazio per migliorare” il modo in cui Berlino accoglie i rifugiati. “In una settimana abbiamo avuto tre episodi gravi e orribili”, ha detto Mayer, sottolineando l’importante di “distinguere” tra questi incidenti. “L’attacco orribile a Monaco venerdì 22 luglio non ha avuto nulla a che fare con la politica dei rifugiati”, di cui il responsabile è “un 18enne nato a Monaco, con genitori che vivono a Monaco”.

Quanto all’attacco di Ansbach, che potrebbe avere una matrice islamista, il portavoce per gli affari interni della Cdu ha ammesso: “Certamente ci sono le indicazioni che il ragazzo siriano fosse un islamista. Sappiamo che aveva precedenti penali, la sua richiesta di asilo era stata respinta, ma sfortunatamente non era stato possibile rimandarlo in Siria. Ma io non cambierei la nostra posizione sui migranti”, pur nella consapevolezza che “c’è un nervosismo crescente nella nostra opinione pubblica”. Abbiamo aperto ai rifugiati siriani – ha rivendicato Mayer – Cose orribili avvengono in Siria. E questa è la maggiore catastrofe umanitaria, per cui è completamente sbagliato dare la colpa ad Angela Merkel o alle sue politiche sui rifugiati per questi incidenti”. Infine, l’esponente della Cdu ha riconosciuto che ci sono indicazioni secondo cui l’Is si è infiltrato “tra i rifugiati, certamente quelli ai quali viene respinta la richiesta di asilo devono andarsene immediatamente, dobbiamo controllare tutti quelli che attraversano il confine tedesco-austriaco, dobbiamo registrarli e le autorità devono migliorare” questo processo, “è una sfida enorme e dobbiamo fare il possibile per affrontarla”.

Il clima nel Paese però resta teso. Nella notte sconosciuti in Sassonia hanno disegnato con del gesso nei piazzali antistanti le stazioni di Heidenau, Heidenau-Sued, Koenigstein and Grosszschachwitz le sagome di alcune persone che hanno cosparso di un liquido rosso come il sangue. Accanto è stata trovata la scritta: “L’immigrazione uccide”. E’ intervenuta la polizia federale che sta indagando. La città di Heidenau, poco distante da Dresda, è stata teatro di scontri tra la popolazione ed immigrati, e in passato vi si era recata in visita anche la cancelliera Angela Merkel per sentire le ragioni della popolazione.

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